venerdì 20 maggio 2011

Le relazioni pericolose...


Vi ho già parlato dei due mondi distinti ma contigui che ho trovato qui alle Comore, il mondo femminile e quello maschile. Al loro interno i rapporti possiedono una cordialità dirompente ed una fisicità quasi invadente; appena ci si vede ci si saluta con una stretta di mano molto vigorosa e soprattutto pacche sulle spalle, risate ed un fiume di domande. Ma e’ quando bisogna relazionarsi con l’altra metà del cielo che cominciano le difficoltà. Perché in un società rigida in cui ci sono leggi non scritte che regolano ogni aspetto della socialità, e’ difficile contenere il guizzo del sentimento.

Le prime avvisaglie di questa difficoltà le ho viste in Ouroveni il primo villaggio, in cui mi hanno chiesto se ero sposato; ho risposto che non lo sono, ma che vivo assieme alla mia compagna nella stessa casa. Gia’ il fatto che io viva con la mia compagna senza essere sposato ovviamente e’ una cosa inconcepibile, ma soprattutto che viviamo io e lei e basta senza nessun altro elemento della famiglia. La domanda successiva e’ stata come ho fatto  a conoscerla e a convincere suo padre a venire a vivere con me. Dovevate vedere le loro facce quando ho detto “Ho conosciuto la mia compagna ad una cena tra amici, e non ho chiesto a nessun padre, ma abbiamo deciso assieme”; ecco questo non sono riuscito bene a farglielo capire, ma non mi pareva il caso di insistere. Allora incuriosito ho chiesto come si fa qui alle Comore e devo dire che e’ proprio dura.

Escluse le unioni combinate, che qui ci sono e in molte famiglie sono una consuetudine, gli adolescenti si conoscono a scuola, o frequentando spazi comuni, come ad esempio le piazze, i caffé, come avviene in tutto il mondo. Non sono entrati molto nel dettaglio della fase pre-fidanzamento, ma mi pare di intuire che sia una fase lunga, delicata e soprattutto misteriosa. Nel senso che niente si vede in pubblico, ma sono lunghi sguardi, sorrisi continui. Solo lontano dagli occhi indiscreti allora ci si puo’ lasciar andare, toccarsi le mani o abbracciarsi, pronti a mettere subito una pudica distanza. Alcuni giorni fa mentre andavo a prendere l’acqua al deposito di acqua piovana una coppia di studenti stava guardando un film al pc tenendosi la mano, appena mi hanno visto si sono seduti composti e con le braccia incrociate con uno sguardo di indifferente vergogna.

Dopo questa fase avviene il fidanzamento. Il ragazzo in questione parla della ragazza con cui vorrebbe fidanzarsi a casa propria e qui ci sono tre diverse possibilita’. Nei primi due casi o il padre ha gia’ deciso per un matrimonio combinato o la ragazza non viene accettata, il risultato e’ il medesimo: il matrimonio non si fara’ a meno che il ragazzo decida di andare contro la volonta’ della sua famiglia, cosa assai rara. Se invece abbiamo la terza possibilita’, ovvero la ragazza va bene, si passa alla fase due, ovvero chiedere alla famiglia della futura sposa. Ma qui viene il difficile perche’ non puo’ andare il futuro marito a chiederlo, perche’ troppo giovane, ma deve andare o il padre dello sposo o uno zio, perche’ le due persone che si parlano devono appartenere alla stessa categoria di eta’. I due padri quindi si siedono e discutono della proposta e cercano di trovare un accordo che puo andare bene o male; qui entrano in gioco, status sociale, ricchezza e privilegi dell’una e dell’altra famiglia. Se alla fine i due capifamiglia si accordano si festeggia e vissero per sempre felici e contenti, altrimenti niente da fare.

Oggi e’ venuta in barca con noi un’amica del mio studente. Di solito sono abbastanza “tedesco” quando lavoro, e non mi piace mescolare lavoro e divertimento, ma Artadji me lo ha chiesto con una tale espressione che non sono riuscito  dirgli di no. Per tutto il tempo ha parlato pochissimo, ma quando poi siamo rientrati al porto Tadji mi ha chiesto se potevo scattare alcune foto e per la prima volta si sono messi in posa molto vicini, emozionati da questo contatto. Credo di intuire che ci possa essere del tenero tra di loro, ma credo che il mio studente non lo direbbe nemmeno sotto tortura.

Dimenticavo: esiste un’ultima possibilita’ per gli amanti se tutto dovesse andare storto; andare contro la volonta’ delle rispettive famiglie, fuggire in un altro villaggio e farsi una famiglia da soli, credo che si possano contare sulle dita di una mano sentendo Artadji. Una cosa che poi mi ha fatto capire quanto sia dura la vita coniugale qui riguarda il rapporto con i genitori della sposa. Infatti il marito dopo il matrimonio va a vivere in casa della sposa per tutta la vita, e’ quasi impossibile che i due decidano di vivere da soli per conto proprio. Ecco questo io non riesco a concepirlo, ma sono solo un muzungu…

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