martedì 17 maggio 2011

I frutti del Karma...

Dopo quasi un mese di lavoro assieme ho maggiore confidenza con Artadji e oggi, complice una piccola discussione con uno dei pescatori, ha espresso il suo disappunto per alcuni tratti dei comoriani. Stamattina la giornata non era cominciata nel migliore dei modi, dato che siamo arrivati tardi. Io mi reputo una persona abbastanza tollerante, ma faccio fatica ad accettare l’idea che si possa fare tardi perche’ bisogna pregare, ma siamo in un paese islamico e siamo in Africa, cosi’ ho inspirato e pensato ai “frutti del Karma”. Artadji si e’ scusato, dicendomi che ha dormito con un suo amico nella stessa stanza, e se all’ora della preghiera si e’ in due non e’ cosa buona pregare da soli, ma bisogna farlo in compagnia. Io ho detto che non e’ un problema la preghiera, ma dato che non ha una parrocchia di riferimento, possiamo alzarci mezz’ora prima e lui puo’ pregare al villaggio di Itsandra ed ha accettato (il karma ha dato i suoi frutti).

L'uscita in barca e' totalmente infruttuosa e come se non bastasse, appena tocchiamo terra, il pescatore ci chiede se per i prossimi giorni possiamo pagarlo un po' di piu' dato che abbiamo effettuato un percorso piu' lungo di quanto lui avesse previsto. Ho preso in disparte gli studenti e gli ho spiegato che non e' possibile discutere ogni settimana dopo aver gia' pattuito il prezzo; io lo so che il pescatore probabilmente guadagna di piu' prendendo pesci ma ha anche giornata piu' semplice. Loro lo prendono in disparte e intuisco dal tono della discussione che anche il proprietrio della barca e' contrariato dalla cosa, evidentemente ci vuole guadagnare di piu'; se fossimo in europa mi alzerei e saluterei cercando un altro pescatore, ma qui non posso farlo. Perche' altrimenti avviene sempre la stessa storia: gli europei prendono in mano la situazione, la sfruttano e lasciano le briciole ai locali, cosa che io non voglio  che accada; quindi decido di rimanere calmo (I frutti del karma), di dimostrarmi accomodante e alla fine cedo ad una leggera maggiorazione sul prezzo, ma ottengo che non si ridiscuta piu' indipendentemente dal tragitto che verra’ percorso; ne esco soddisfatto (il karma da sempre i suoi frutti), e soprattutto Artadji che sembra stia cominciando a capire quanto sia difficile trattare con i suoi stessi paesani se vuoi lavorare nella ricerca.

Mentre torniamo verso il nostro alloggio Artadji che ha preso maggiore confidenza comincia a parlarmi del lato oscuro della mentalita' Comoriana. Prende spunto dalla discussione che ho avuto con il pescatore e mi dice ce solo ora si rende conto di quanto sia difficile lavorare qui in Africa. Non ho nemmeno il tempo di replicare che comincia a parlare come un fiume in piena. Artadji mi confessa che non riuscirebbe a vivere in Europa, ma ci sono delle cose che qui in Africa devono assolutamente cambiare. Quello che Tadji non sopporta e' il fatto che quando uno della famiglia lavora tutti gli altri membri si sentono autorizzati a chiedergli dei soldi; i Comoriani che invece sono all'estero possono spendere questi soldi anche per il loro piacere. Ma questi ultimi secondo lui sono anche un problema. Infatti con i soldi che mandano riescono a sostenere le loro famiglie, tanto che spesso alcuni membri si abituano ad essere dei mantenuti e a non voler fare lavori faticosi, e passano il tempo a chiedere soldi a tutti i parenti. Secondo lui tutto questo deve cambiare, perche' ad esempio lui non sopporterebbe di essere mantenuto, ne di dover dare i soldi del suo lavoro ad altri "aiutare gli altri si, ma troppo no" mi dice alla fine del discorso.

Sto apprezzando sempre di piu' questi ragazzi cresciuti forse in fretta, ma con idee chiare soprattutto sul loro paese. Sanno essere critici se ci sono cose che non vanno e si stanno impegnando per attuare un cambiamento. Gli auguro di veder maturare i frutti del karma...

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