martedì 3 maggio 2011

Jurassic Park…

Si va’! La pioggia sembra finire e le strade sono pulite. Controlliamo un’altra volta l’equipaggiamento e questa volta anche la tenda per essere sicuri di avere i picchetti. Siamo a posto, c’e’ una sola cosa a cui non abbiamo ancora pensato; cioe’ a dove passeremo la notte dato che il nostro contatto al villaggio non risponde da tre giorni al telefono. Stiamo andando alla cieca quindi mi devo equipaggiare; per il cibo opto per una decisione di emergenza: comprare pan-carre’ e cioccolato spalmabile e per l’acqua oltre a due bottiglie le mie preziosissime pastiglie depuratrici, e mentre stiamo partendo ecco la mia Baraka venirci in soccorso…

Il custode del centro ricerche vive allo stesso villaggio dove dobbiamo recarci e ci dice che se lo desideriamo possiamo usare la sua casa. Non ci posso credere; in tutto questo ci deve essere le fregatura e infatti mi viene comunicata dal mio studente poco dopo: il villaggio di Itzunzu non possiede copertura di cellulare a usa delle forti piogge e questo significa che per 4 giorni (fino venerdi’) saro’ irraggiungibile. Certo se fossi in Europa non mi spaventerei, ma dato che vado in un microscopico villaggio africano resto un po’ perplesso sul da farsi. Avviso della mia momentanea dipartita telematica e tutti in carrozza per la partenza. Il viaggio e’ tranquillo e dopo nemmeno un’ora siamo arrivati e resto senza parole; il villaggio e’ costruito sopra un’antica colata lavica con pochissime case mentre tutto attorno si sviluppa una giungla fittissima. Sto gia’ pensando al volume di calore che possono sviluppare delle belle rocce vulcaniche durante la notte dopo che sono rimaste esposte al sole dei tropici per tutta una giornata, ma non voglio sapere; alle volte l’ignoranza e’ una cosa buona…

Gironzoliamo per il villaggio finche’ troviamo la casa del custode; questo e’ un vero e proprio salto di qualita’; non piu’ una tenda sul cemento, ma una casa con un bel materasso. Dopo aver preso posto ci incamminiamo verso l’unico posto dove alle volte c’e’ campo; e dopo una buona camminata di quasi un chilometro ecco che riesco ad avere qualche flebile tacca necessaria a spedire un messaggio per tranquillizzare i miei cari del mio arrivo. Giusto in tempo perche’ ovviamente un Niagara d’acqua si sta per abbattere sulle nostre teste. Dopo l’ultima preghiera la moglie del capitano prepara riso con pesce mentre Artadji prepara il Tambi e scopro il segreto di tanta dolcezza : al posto del sale mettono lo zucchero! Lo che state dicendo “che schifo”, ma quando sei in Africa e hai fame non ti formalizzi per queste sottigliezze, mangi e basta…

Dopo cena ho una piacevole conversazione con altri due ragazzi del posto sulla religione islamica e quando mi chiedono qual’e la mia religione alla mia risposta ”nessuna” ottengo la stessa esclamazione del nonno di “Ogni cosa e’ illuminata” (altro bel libro che vi consiglio): “IMPOSSIBILE”. Per loro l’idea che io conosca la loro religione, i loro testi sacri fa si che io sia o un musulmano o un religioso, non e’ ammesso che io sia un senza dio. Cerco di fargli capire con una metafora che per me le religioni sono tante fette di sapori diversi che compongono una torta; bisognerebbe assaggiarle tutte per sapere qual’e’ il gusto che preferisci. La risposta sembra convincerli ma uno dei due mi fa giustamente notare che non mi bastera’ mai una vita intera per conoscerle tutte. A malincuore ho dovuto ammettere che non abbiamo tutto questo tempo, ma che secondo me quello che e’ importante per chi “cerca” non e’ importante la risposta, la domanda e’ fondamentale.

Quello che mi lascia quasi interdetto e’ la devozione di Artadji. Mi chiedo come sia possibile che un accademico non si ponga delle domande o avere dei dubbi; forse e’ proprio vero che la fede e’ un dono, e non credo che riuscirei ad accettarlo e basta come ha detto Ipazia. Era una magnifica filosofa e matematica ellenica; venne letteralmente trucidata da fanatici cristiani per le sue idee scientifiche e per il suo indomabile carattere. Magnifica donna, in un suo dialogo con il vescovo di Cirene cosi’ sintetizza quella che io considero l’essenza della scienza “… voi accettate tutte quello che vi viene detto per atto di fede, senza porvi domande; ma io devo …”

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