lunedì 23 maggio 2011

India...

Se si potesse “umanizzare” ogni continente, l’Europa sarebbe il cervello, il cuore l’Africa, il sangue le Americhe, ma lo spirito sicuramente sarebbe l’Asia. Tutta l’Asia possiede una spirtitualita’ potente, ed uno dei luoghi che mi ha sempre affascinato e’ l’India. Certo anche la Cina con Confucio e Lao-Tzu (fondatore del Taoismo) devo dire che non e’ da meno, ma e’ la patria di Siddartha (meraviglioso libro di Herman Hesse che vi consiglio) che provoca un sussulto dentro di me, forse figlio di un non vissuto familiare.

Oggi non e stata una buona giornata; pioggia, contrattempi e black-out; cosi’ ho fatto una tappa in India per immergermi nei suoi mari di spirito; sono andato a trovare il mio amico indiano; dopo essere arrivato alla soglia del suo negozio, ho pronunciato namascar e mi sono seduto accanto al mercante di pietre. Sangi , e’ il suo nome, deve aver intuito che oggi non era una buona giornata per il sottoscritto e allora ha cominciato a parlarmi della sua vita e del suo lavoro.

In famiglia sono 5 fratelli che fanno tutti lo stesso lavoro, con attivita’ sparse in tutto l’Oceano Indiano. Sono oltre 35 anni che lavora nel campo delle pietre e ho scoperto che oltre a commerciarne, le intaglia, e disegna gioielli che poi realizza a mano. Ha molte persone che lavorano nella sua bottega, ma mi dice che oggetti particolarmente pregiati, o difficili li produce lui personalmente, ma soprattutto l’ultima parte della realizzazione di ogni gioiello esposto viene fatta da lui con le sue mani, “perche’” mi dice ammiccante “ognuno di noi ha i suoi segreti ed io devo ancora tramandare i miei, come ha fatto mio padre a me.”

Rimango affascinato da quest’uomo che ascolta tutte le parole che dici e attende sempre qualche attimo prima di rispondere, dando un peso alla frasi che pronuncia. Mentre stiamo conversando del suo lavoro mi dice quanto lo ami, ma soprattutto delle grandi soddisfazioni che gli da nonostante ci siano dei momenti di difficolta’. All’inizio non avevo capito il senso del suo discorso, ma poco dopo e’ come se mi avesse enunciato una parabola tra le righe e il significato che ho colto e’ stato questo: “e’ sempre difficile, ma se non c’e’ il sacrificio, il successo non e’ gratificante”. Forse, inconsciamente avevo bisogno di sentirmelo dire e lui deve averlo capito

Quando mi parla di suo padre avverto che le sua parole si fanno piu’ pesanti. Me ne accorgo solo dopo che gli ho chiesto come sta . Al che mi risponde che e’ morto da 7 anni. Ovviamente mi scuso per la mia domanda, ma lui mi sorride garbato e mi dice “Non c’e’ problema, non ti preoccupare. La vita e la morte sono le facce della stessa moneta, unite in modo indissolubile. Senza la morte non apprezzeremo la vita. Certo il dolore per la morte di una persona cara e’ difficile da attenuare, ma bisogna imparare ad accettarlo come un fatto naturale.”

Non aggiunse altro e dal suo silenzio ho capito che la conversazione di oggi era terminata e dopo un reciproco silenzioso inchino mi sono avviato verso il mio alloggio. La giornata dopo questo passaggio in India ha assunto un colore diverso dal grigio plumbeo del cielo. Ho ripensato alla frase sulla vita e sulla morte e mi sovviene una frase di Russoeau, tratta dalle sue “Passeggiate solitarie”.

"... ogni cosa comincia e finisce, spesso gli uomini ricordano solo gli anniversari della nascita o della morte di avvenimenti, persone o stati, e dimenticano le bellezze del tempo vissuto. La cosa buffa è che nei cimiteri si leggono solo due serie di numeri e una frase che spesso non rende giustizia di una vita intera. Ma credo che questo faccia parte del mistero della vita; il presente altro non è che l'insieme di due parti, futuro e passato, che non esistono se non per un effimero e misero istante. Cerchiamo di ricordare il nostro vissuto per migliorare con il passato il presente che rubiamo piano piano al futuro... "

Namascar…

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