Il Diario di Salima...

… Arabia, terra di misteri, di deserti, di silenzi, di morte; queste sono le avventure di Salima e dei suoi compagni, avventurieri squattrinati con mezzo soldo bucato in tasca ma pieni di sogni impossibili...


…”in un posto simile la nascita di una donna viene ritenuta senza valore ne merita menzione e spesso nemmeno il racconto attorno al fuoco, molto caro a noi nomadi del deserto…”

Nacqui da Aruf El Absan e Fatima Ibsen verso un caldo Sha‘ban dell’anno 3070 D.S. [Dopo Shaiat, 2523 del computo imperiale] nell’Oasi dei 1001 cammelli, al limitare del grande deserto dell’Arabia il giorno 15, ricordato come il Gran Giorno dell’Abbondanza. Giorno particolare preceduto dalla notte chiamata Laylat al-barat o notte della salvezza; in questa notte noi nomadi del deserto ci raccogliamo nelle nostre tende ascoltando i racconti degli anziani e pregando, mentre nella volta celeste movimenti di astri disegnano le trame del futuro. Forse già si preannunciava qualcosa di grande a venire negli arabeschi dipinti dal destino… Mio nonno e’ il grande Muley el Absam, il Conoscitore di tutte le piste, il Divoratore del Deserto. La carovana percorreva il deserto commerciando le stoffe di Ghafsa, le spezie di Kufra, le pietre di Najaz. Non importa che cosa trasportava, o chi ci era presente, ma la Carovana doveva sempre arrivare a destinazione: una legge semplice per chi vive nel deserto e soprattutto per chi fa parte del popolo libero delle carovane; già, perchè le carovane non avranno mai raggiunto i miraggi, ma senza i miraggi nessuna carovana si sarebbe forse mai mossa. 
...
 Ho attraversato le lande dei Dervisci, visitato il palazzo del Califfo Stregone e Lashiek, la citta’ libera che domina la Baia dei Corsari. Ho ascoltato le storie attorno al fuoco crepitante sulle Rovine di Bel Aliad distrutta durante la Grande Guerra contro Khemri. I caduti di quella guerra ancora si agitano nella Terra dei Morti, lugubri leggende parlano di luoghi di perdizione come gli Acquitrini della follia, il Pozzo della Disperazione, o le Paludi del Terrore; leggende parlano di Nagash, il grande necromante, che sconvolse il mondo con il suo flagello e della guerra contro gli skaven quando assaltarono il Pozzo Maledetto; si dice che le campane della morte suonarono forte quel giorno, tredici rintocchi che annunciavano l’oblio. Quei luoghi sembrano quasi sigillare un orrore oscuro, anche se si dice che oltre la Torre Nera, attraverso la Terra Crepata si raggiunga la fonte della Vita Eterna. La vita nelle carovane e’ ricca di insegnamenti, i nomi delle stelle, la cerca di acqua, ma anche la danza, una delle cose che le donne della mia tribu’ padroneggia con maestria e un pizzico di femminile superbia. Sono vissuta in questa terra strana e ricca di leggende e misteri per molti anni finche’ la terra ha ricominciato ad ammalarsi. Circa 4 anni dopo la mia nascita una grande Tempesta sconvolse il mondo; la Tempesta del Kaos si manifeto’ all’estremo del Nord e imponenti eserciti l’hanno combattuta. Ma le sue ripercussioni si sono sentite fino alla ‘estremo sud del mondo; la terra doveva riprendersi e sembrava che la paura della distruzione fosse più forte di ogni contrasto. 
 ...
Gli imperi si erano ricostruiti, nuove alleanze e nuovi commerci erano sorte. Navi provenienti dall’estremo est del mondo, il Cathay giungevano nuovamente alle nostre coste. Portavano pregiatissime sete, e grandi conoscenze. Imparai in fretta la loro affascinante lingua e fantasticai sulla loro terra oltre la desolazione di Azgorgh, oltre le tetre steppe di Ungol, li si giunge alla verde terra del Cathay. Ma tutta questa prosperità non durò. Le tribù di nomadi che vivevano vicino alle terre dei Morti hanno riferito di un continuo avanzamento del Male che dimora li dai tempi dimenticati delle Guerre degli Stregoni nel Millennio Oscuro. I saggi della citta’ di Hadmaut nell’Isola degli Stregoni hanno parlato di un oscuro male che si sta svegliando a Nord, nel grande Impero di Sigmar; occorreva un concilio. Gli Emiri, i Califfi, i Sultani di ogni regione e posto dell’Arabia erano presenti; si vociferava che fossero presenti il Califfo Stregone,la Dama Vedova del Picco di Volture e il Vecchio della Montagna, capo dei temutissimi Hashashin, gli assassini tanto devoti a Bez-Moshar, il grande Dio della Morte venerato da loro come la Lama che si Agita’ nell’Oscurita’. Tutti erano presenti nel grande palazzo Azzurro di Lashiek di fronte al Gran Sultano Hamed Shas-a-Qaran per cercare di capire che fare. In quel periodo avevo 23 anni e la mia carovana stava facendo rifornimento in citta’. 
 ...
Gironzolavo per le strade brulicanti di persone e colme di odori e suoni quando mi colpi una stuoia con sopra una logora vecchia. Lei mi fece cenno di accomodarmi e la spontanea gentilezza di quel gesto mi attiro’. La vecchia verso’ del te alla menta zuccheratissimo e mi offri’ alcuni dolci di datteri e cocco. Estrasse un piccolo mazzo di carte coloratissime. “Questi sono tarocchi, servono per predire il futuro, o per cercare di diradare le tenebre con cui e’ avvolto ogni domani. Tu credi nel futuro?”  La domanda era assurda e senza senso, ma risposi ugualmente con dovuta cortesia. “Si, credo che esista il futuro”. La vecchia sorrise e mi porse i suoi tarocchi; vidi allora che i suoi occhi erano di colori diversi, nero come la notte il sinistro e verde come il mare il destro. “Tieni allora un faro per diradare le nebbie, so che ti serviranno prima o poi Salima, che nella lingua dei berberi significa la Figlia delle Stelle; forse tale dono mi pare azzeccato non trovi? Ma ricorda; non usarle per te stessa o ti prediranno una terribile sorte; noi abbiamo la possibilita’ di vedere qualcosa nelle nebbie dell’ignoto, ma siamo solo di passaggio, non dobbiamo osare oltre ed abusare della nostra fortuna, del nostro dono. Ricordalo. E ora va, dalla torre del palazzo Azzurro pare che la riunione sia finita”. Ero stupita al punto tale che presi i tarocchi senza proferire una parola, mentre mi alzavo sentii un corno suonare dalla Torre di Vetro del palazzo. La riunione era finita, presi veloce la strada verso la piazza e mi ricongiunsi al gruppo della mia carovana, ma la vecchia sembrava inghiottita dalla folla che aspettava una parola, un gesto. Poco dopo, accolto da un boato, apparve il Grande Sultano che parlo’ solennemente al popolo. “Un male oscuro si e’ nuovamente risvegliato a nord, ma questa volta nessuno conosce la sua entita’; abbiamo bisogno di inviare emissari e persone ad indagare nelle terre del Nord. Prodi Arabi, questo e’ il momento di aiutare il nostro grande paese. Se qualcuno di voi volesse aiutare la sua nazione questo e’ il momento di farlo. Presentatevi al palazzo dove il Ministro Ghur accogliera’ ognuno di voi”. Centinaia di persone si mossero, io ero affascinata dal grande nord, una terra per noi quasi inesplorata, se non per i pochi mercanti che veleggiavano fino a Sartosa o l’assolata Tilea. Sentii un brivido dentro di me, un motto di ribellione e tutto quello che avevo finora fatto e vissuto e mi piacque; forse si sarebbe parlato anche di una donna in mezzo ai racconti di sultani, di dervisci attorno al fuoco delle oasi. Guardai il mio gruppo; mio nonno mi fissava e ad un suo cenno del capo corsi anche io verso il Palazzo Azzurro, e l'avventura e' cominciata…

Nessun commento:

Posta un commento