mercoledì 18 maggio 2011

Il Bianco e il Nero...

Leggendo Ebano ho imparato tante cose sull’Africa; non ringraziero’ mai abbastanza la mia meta’ del cielo per avermelo dato perche’ attraverso la sua lettura ho capito e apprezzato molte cose di questo continente e la prima e’ condensata in questa frase di Kapuscinski “Solo per semplificare e per pura comodita’ che chiamiamo questo continente Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realta’ l’africa non esiste.”; infatti Lei e’ qui ora attorno a me ed in nessun luogo. Molte delle cose che sono state vissute e scritte da questo straordinario scrittore in Ghana, Ruanda, Kenya sono vere anche qui adesso come 50 anni fa. Alcune di queste cose le ho sperimentate di persona; sentite questa…

Nel primo villaggio dove abbiamo campeggiato non capivo come mai spesso i bambini mi evitassero, sebbene li salutassi in comoriano. (Per dire “ciao” si dice “Eje” e l’altro risponde con “Gema”). Alcune volte poi scappavano di corsa a nascondersi dietro la gonna della mamma, magari piangendo. All’inizio non ho dato molto peso a tutto questo, pensando che tutto fosse dovuto alla mia statura, finche’ non sono arrivato a Bangua, il villaggio dei Guguru…

Li noto che oltre a fuggire i bambini spesso mi indicano e dicono qualcosa ma capisco solo la parola Muzungu. Chiedo spiegazioni ad Artadji che mi dice “Per loro tu sei il cattivo Muzungu che li porta via dalla loro mamma”. Rimango un attimo interdetto e poi chiedo ulteriori spiegazioni. “Scusa, stai forse dicendo che per loro sono una sorta di spauracchio?”. Lui ridacchia e mi spiega meglio. “Quando un bambino fa tanti capricci la mamma gli dice che se non fara’ il bravo arrivera’ il Muzungu che lo portera’ via di notte.” Subito mi tornano in mente alcune pagine di Ebano ed una semplice considerazione. Nel nostro mondo di bianchi l’elemento pauroso, il “babau”, e’ sempre stato l’uomo nero. Quante volte mia nonna mi ha sgridato dicendomi “Ara che se no ti xse’ sestoso riva l’omo nero che te porta via” (traduzione: guarda che se non fai il bravo arriva l’uomo nero che ti porta via). Qui, in un mondo di neri il babau sono io, l’uomo bianco, il Muzungu. Ecco perche’ i bambini spesso si nascondono quando mi vedono, magari la mamma poco prima li ha sgridati con la minaccia del muzungu cattivo e io appaio poco dopo sulla strada. Ma al villaggio dei Guguru (solo li’ poteva succedere) ho assistito all’inversione di tendenza…

Dopo una mattinata in barca alcuni bambini si avvicinano, non sembrano spaventati dalla mia presenza e giochiamo un pochino con una palla fatta di stracci legati assieme da del filo da pesca (pensavate con un pallone? Vi ricordo che siamo in Africa). Mentre andiamo verso casa uno di questi bambini viene pesantemente sgridato da sua madre che poi mi indica piu’volte dicendo Muzungu ed intuisco che gli sta dicendo che l’uomo bianco potrebbe portarlo via. Il bambino mi guarda in modo complice, con occhi da furbetto e con piglio deciso dice alla mamma “Io non ho paura di quel Muzungu”. La mamma per 10 secondi non ha emesso un fiato…

Nessun commento:

Posta un commento