martedì 28 giugno 2011

Tana libera tutti...

Giocando a nascondino l’ultimo che deve essere preso puo’, toccando la “tana”  e gridando questa frase, liberare tutti quelli che sono stati trovati; il cercatore  quindi dovra’ nuovamente ritrovarli. Oggi, chi poteva gridare questa frase se n’e’ dimenticato e quindi l’Africa mi ha tenuto ancora un po’ con se…

Ci siamo lasciati ieri al momento del mio arrivo notturno in Madagascar in cui avevo perso il volo per Parigi. Mi sentivo mediamente preoccupato, ma non essendo il solo confidavo nel motto che l’unione fa’ la forza. Dopo una piccola, ma intensa discussione ci viene trovato un albergo dove passare la notte e mi dicono che domani (oggi) mi chiamano per trovarmi una soluzione. Felice e contento arrivo in albergo ad Antananarivo e il primo impatto e’ forte perche’ fa un freddo boia. Il termometro qui segna 16 gradi ed io ho addosso solo braghe corte ed una maglietta. Porto a termine le formalita’ alla reception e appena in camera mi getto sul letto dove svengo per la stanchezza...

Dopo una buona colazione attendo la chiamata della compagnia per sentire se ci sono soluzioni, ma tutto tace e quando chiamo nessuno mi risponde al telefono. Capisco che mi devo dare da fare e al primo pomeriggio mi dirigo verso la sede della compagnia di bandiera malgascia quando vengo fermato sulla porta dell’albergo dal portiere che mi chiede dove sto andando. Quando gli dico che stavo andando a piedi scuote la testa e mi dice che e meglio che prenda un taxi o se proprio voglio andare a piedi devo tenere lo zaino davanti ben chiuso e togliermi dalle tasche ogni cosa di valore per evitare ogni rischio. Ero abituato alle Comore dove puoi contare 500 euro alle 2 di notte in mezzo al porto senza che ti succeda nulla e qui invece ritorna lo schiaffo in faccia dell’andata…

Appena salgo sul taxi il tassista mi chiude la sicura e due bambini sporchi con i vestiti logori e bucati si attaccano al finestrino chiedendo “Monsieur” in continuazione ed ogni volta sento una fitta allo stomaco; si perche’ appena guardo quegli occhi di bambini provo un dolore terribile, cosi’ forte che abbasso lo sguardo perche’ non voglio vederli. Forse sono un vigliacco, ma non ce la faccio, mi fanno troppo male e appena il taxi parte mi sento meglio…

Appena arrivo agli uffici la prima reazione dell’impiegata e’ la seguente  “perche’ e venuto qui? Lei ha perso un volo con Air France, non con noi, quindi dovrebbe andare da loro a farsi rimborsare”. Gli ho fatto gentilmente notare che ho perso il volo a causa del loro ritardo e che non me ne vado senza il rimborso del cambio volo. Alla fine parlo con il responsabile del Customer Service che mi tranquillizza dicendo che domani dopo aver fatto il cambio volo verro’ rimborsato. Torno in albergo e attendo il giorno successivo e mentre mangio al ristorante vedo qualche bambino che allunga la mano chiedendo qualcosa. Subito viene allontanato da una delle guardie (si guardiani, non semplici portieri) dell’Hotel ed io ho un pensiero; che qualcuno gridi “Tana libera tutti” in fretta che voglio tornare a casa…

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