domenica 12 giugno 2011

Taxi Driver...

Girando per la citta’ spesso mi fermo sulle panchine a guardare le macchine che passano. Ammetto di sentirmi un po' Satchel, uno dei protagonisti di uno strepitoso fumetto, Get Fuzzy, il quale in una striscia dice di apprezzare il rumore dei camion che passano. Fatto sta che guardando le macchine passare, o salendo su qualcuna di queste vetture, ho avuto la possibilita’ di osservare da vicino la variegata categoria dei tassisti comoriani…

Per prima  cosa il taxi non ha un colore identificativo, il classico giallo o un altro insieme di colori che lo contraddistingue nel traffico; l’unico modo per poterlo riconoscere e’ una targa luminosa gialla con scritto “TAXI” posta sul tetto. Non c’e’ un numero per chiamarli, ne’ una piazzola di sosta particolare; quando passano basta chiamarli con un gesto della mano. Se il taxi emette un lampo con i fari abbaglianti o suona il clacson, significa che e’ pieno; se invece mette la freccia c’e’ posto, ma non si e’ ancora sicuri di salire. Infatti ci sono due possibilita’: se il taxi e’ vuoto allora non c’e’ problema; basta dire la destinazione e salire a bordo. Se invece ci sono gia’ altre persone dopo aver detto la destinazione il tassista pensa se il tuo posto e’ sul percorso che dovra’ fare per gli altri passeggeri. Ovviamente tutte le persone nella vettura discutono per aiutare il tassista se ci sono delle indecisioni e dopo qualche attimo ti danno il responso e se positivo alle volte tutto il taxi risponde in coro “EWA” (si in comoriano).

Passiamo al mezzo partendo dalla carrozzeria. I modelli possibili vanno dal nuovo luccicante al semidistrutto tenuto assieme da corde. Il parabrezza puo’ essere integro, crepato, o incrinato in uno o piu’ punti. Per i finestrini invece la faccenda e’ piu’ complessa essendo sia fissi che mobili. Possiamo definire “fissi” quelli che sono bloccati in una posizione che va dal tutto aperto al tutto chiuso (pensate che bello con la pioggia torrenziale o con il caldo torrido), per via della manovella rotta o per contatti elettrici mancanti. I finestrini mobili invece si possono alzare o abbassare con i sistemi classici che conosciamo, ma alle volte il vetro deve essere aiutato con le mani a salire o scendere. In alcune vetture il finestrino si alza o abbassa solo con la mano, il problema e’ che se devi tenere chiuso il vetro devi tenerlo in tensione altrimenti scende per gravita’. Una volta ho trovato un taxi che aveva i finestrini che si aprivano a turno; il guidatore cambiava ogni volta il contatto tra i cavi delle varie portiere con le mani. Uno spettacolo alzare o abbassare finestrini non tuoi…

Gli interni danno un tocco di grande colore alla vettura; questi taxi spesso sono addobbati come alberi di natale: vi giuro che alcuni sul bordo del parabrezza hanno le stelle di natale, mentre sopra il cruscotto hanno steso dei tappetini pelosi di quelli che usi per il bagno, ed il rivestimento dei sedili e’ rigorosamente in velluto, perche’ in Africa all’equatore non fa’ tanto caldo. I colori sono vivaci quindi ecco rosso fuoco, giallo canarino, verde menta, blu elettrico, viola o lilla. Possono essere abbinati, ma spesso sono distribuiti abbastanza casualmente; ecco quindi giallo-verde-viola oppure rosso-lilla-verde. Vero oggetto culto e’ il volante; sembra che i tassisti abbiano una vera predilezione per il volante grosso, ma il massimo credo sia quando e’ ricoperto anche da peluria. Una volta un tassista aveva un volante enorme ricoperto da una pelliccia zebrata, potete immagine come fosse il resto della macchina…

Ma chiudiamo con il pezzo forte, il cuore pulsante della categoria, ovvero il tassista, o parafrasando Alberto Sordi, il Tassinaro. Se in Italia spesso ci lamentiamo per come guidano i tassisti, qui in Africa spesso sono dei pazzi all’ultimo stadio. Sorpassano ovunque, anche in contromano, strombazzano di continuo, non curanti delle urla degli altri conducenti, quasi stessero giocando agli autoscontri. Una volta ne ho trovato uno , un vero donnaiolo, che ad ogni ragazza che passeggiava chiedeva se aveva bisogno di un passaggio, offrendolo gratis. Se il tassista invece e’ curioso, e riesci ad instaurare un buon dialogo ci puo’ scappare anche lo sconto. Da evitare, invece il tassista ubriaco. Sono molto rari essendo un paese musulmano, ma questo significa che non c’e’ etilometro. Il problema non e’ la guida dato che viaggia a circa 10 km/h ma il fatto che dimentica dove deve portarti. Una volta mi e’ capitato di girare per 20 minuti  vuoto, mentre il tassista era un fiume di parole in piena finche’ si e’ fermato ad un paio di chilometri dalla destinazione. Io ho fatto finta di niente e sono sceso per evitare di passare tutta la notte in taxi…

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