venerdì 3 giugno 2011

Clandestino...

Oggi devo rinnovare il visto e pertanto vado all’anticamera della terra promessa, ovvero l’ufficio immigrazione. Compilo il modulo e dopo aver pagato mi dicono che devono tenermi il passaporto per un giorno, chiedo una fotocopia e mi dicono che la macchina e’ rotta. Comincio ad alterarmi e quando chiedo “In questo modo sono senza documenti”, cosa faccio se mi controllano?” la risposta del funzionario e’ semplice “Dica pure che il passaporto lo abbiamo qui”. Esco rassegnato e comincia per me un giorno intero da clandestino. Non che ci siano problemi o simili, ma notavo come in un paese straniero se non hai uno straccio di documento che attesta chi sei, non puoi prendere dei soldi  che magari ti ha spedito un tuo parente, non puoi prenotare una stanza per dormire e se ti ferma la polizia di sicuro non ti lasciano andare subito.

Ho pensato a tutte quelle persone che sfidano mare, venti, deserto per fuggire da fame, guerra,disperazione per arrivare in Italia ed essere considerati “clandestini” e mi coglie una profonda tristezza, perche’ quello che fa la differenza tra loro e me e’ che io ho un’identita’ data da un pezzo di carta, mentre loro in pratica non esistono sebbene siano esseri umani come me…

Ho passato la giornata di ieri cercando di evitare ogni possibile controllo  da parte delle forze dell’ordine perche’ non ho con me lo straccio di un documento che attesta chi sono e non vorrei trovarmi in qualche situazione spiacevole. Non che finisca in prigione, ma non vorrei creare problemi magari al mio capo che potrebbe rispedirmi direttamente in Italia tramite un calcio nel sedere senza fare scalo a Tana o a Parigi.

Stamattina dopo un’uscita in barca senza nessun buon risultato, andiamo all’ufficio immigrazione perche’ devo prendere il passaporto, ma mi dicono che c’e’ stato un inconveniente; pare che abbiano finito le marche da bollo e che quindi le stanno andando a comprare. Mi dice che comunque non mi devo preoccupare e poi mi fa una domanda pericolosa “Il passaporto le serve oggi?”

Ho capito una cosa degli uffici africani. Se chiedi un documento, e non ne hai necessità immediata quel documento non sara’ mai pronto in tempo ma ti verra’ consegnato in ritardo di qualche giorno.  Perche’ per gli africani vale la massima “se non ti serve oggi puoi passare a prenderlo anche domani”; non esiste la questione di principio, e quindi devo giocare d’astuzia e con buona prontezza replico “Ne ho necessita’ assoluta, dato che devo cambiare un assegno e rimarrei senza soldi”.

E’ ovviamente una bugia, ma non potevo impuntarmi per una questione di principio in Africa, semplicemente mi avrebbero preso per uno dei tanti muzungu. Sono abbastanza convincente dato che il funzionario mi dice di  ritornare alle 11 che il passaporto con il visto sara’ pronto. Ringrazio e ce ne andiamo ma ho come il sospetto che il mio passaporto non sara’ pronto…

Quando arrivvo c’e’ gran trambusto, pare che ci sia appena stata una manifestazione e all’ufficio e non trovo nessuno e comincia a venirmi il sospetto che i funzionari siano in agitazione sindacale, sarebbe il massimo. Vedo poi arrivare l’addetto il quale mi dice che purtroppo i bolli non sono ancora arrivati ma mi rassicura dicendo che arriveranno. Io mi siedo tranquillo dentro il suo ufficio e gli dico  “Non c’e’ problema, me ne andro’ da qui solo con il passaporto, anche se dovessi stare qui tutto il giorno”.

Mando un sms a Tsaramaso dicendogli che sono ancora in clandestinita’ e la sua risposta e’ da manuale “benvenuto in Africa, quando sembra tutto facile, non lo e’!”. Guardo al cielo e penso alla mia baraka che stara’ ridendo della grossa. Fatto sta che devo essere stato veramente convincente perche’ il funzionario poco dopo comincia a chiamare qualcuno con tono abbastanza nervoso finche’ ecco arrivare il mio passaporto con una marca da bollo di valore maggiore; il messaggio tra le righe secondo me e’: “tieni il passaporto, basta che ti levi dalle balle”.

Pensavo che per oggi fosse finita quando ecco la ciliegina sulla torta. Io e Tsaramaso stiamo andando in taxi quando lei mi fa notare del fumo biancastro che esce dal cofano della macchina. Io all’inizio non ci faccio molto caso,  poi la macchina comincia ad avere dei sobbalzi sospetti ed il fumo aumenta. Il tassista impreca e sbatte le mani sul volante e ci dice di scendere. Il fumo bianco oramai avvolge tutto il mercato. Tsaramaso mi guarda e mi dice di stare tranquillo, che lei martedì se ne andra’ portandosi via le ire dell’Inquilino dei piani alti nei suoi confronti…

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