mercoledì 8 giugno 2011

L'Oceano e il Silenzio...

Oggi sono uscito in barca solo con Juma. Il mio studente ha avuto una leggera indisposizione e dopo un po’ di indecisione decido di andare lo stesso da solo. L’unico problema e’ la comprensione dato che Juma parla poco francese, ed io non parlo Comoriano. Vabbe’, c’intenderemo a gesti, d'altronde dobbiamo solo passare una mattinata in barca mica sposarci…

Appena arrivo Juma rimane sorpreso di vedere solo me, ed io gli spiego in francese che Artadji non c’e’ ma che usciamo lo stesso, solo io e lui. Per lui non c’e’ problema, e cominciamo a preparare la barca. Bisogna trascinarla su dei tubi di plastica facendola scorrere, per evitare che si strisci il fondo o peggio, che si buchi. Mentre io sistemo gli strumenti a bordo Juma monta il motore.. L’assenza di Artadji, l’unico interlocutore del Capitano, dona alla scena un silenzio rotto solo dalle onde che arrivano sulla battigia.

Partiamo e indico con le mani la direzione da prendere; d'altronde non e’ difficile, basta segnalare. Appena usciamo dalla baia mi indica il suo amo e la sua lenza, e io gli dico “euwa” sorridendo e lui ride di gusto mentre comincia a pescare. quest’oggi in barca non si parla, si sente solo il suono sordo del motore che rallenta e si ferma ogniqualvolta Juma prende un pesce.

L’oceano oggi e’ calmissimo, con pochissime onde e vento. Le condizioni perfette per l’avvistamento, ma ovviamente gli animali si vedono con gran fatica. Solo un piccolo gruppo di delfini che probabilmente sta cacciando, dato che ignorano completamente la barca, e anzi, sembrano quasi infastiditi dalla nostra presenza, ed effettivamente come dargli torto. Voi sareste contenti di mangiare con qualcuno che cerca di farvi continuamente delle foto o gira intorno facendo del trambusto?

A meta uscita si alza il vento ed e’ meglio rientrare. Arriviamo ad un punto di calma nella baia e qui Juma raccoglie la lenza ed e' allora che decido di rompere il ghiaccio; la indico chiedendogli come si dice in comoriano e lui sorridente "nus". Barca e' "mel", il remo e' "kas". Comincio una lezione di comoriano, con semplici ed essenziali parole per il mio lavoro, finche' dopo l'ennesima parola e seguente risata per la mia pessima pronuncia Juma si scusa perche' non sa il francese, dicendo che non e' andato a scuola, ma ha semre lavorato.

Resto senza parole. Artadji mi ha detto che lui si vergogna un po' a stare solo con me in barca, perche' non sa il francese e quindi ha paura che io pensi che sia uno stupido; ho detto ad Artadji che non deve minimamente pensare una cosa simile, che anzi, il fatto che io abbia studiato o meno lo devo anche alla fortuna di essere nato in Europa e non in Africa. E soprattutto che avere la laurea non ti  rende ne migliore ne peggiore di nessun altro...

Gli dico che non c'e' nessun problema per me e qualche goccia di pioggia ci fa capire che e' meglio tornare a riva. Arriviamo in prossimita' della spiaggia e  quando Juma spegne il motore la barca segue la spinta delle onde e per qualche secondo siamo cullati  piano piano finche’ la barca si adagia dolcemente sulla battigia. Silenziosamente tolgo l’equipaggiamento, mentre il capitano prende i tubi per trascinare la barca fino al suo posto. Quando finiamo Juma mi da la mano e ci guardiamo per qualche secondo intensamente mentre mi chiede “Anche domani?” in francese e io prima di lasciare la sua mano sorridendo gli rispondo in comoriano “ewua” (si) e ognuno torna a casa propria…

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