lunedì 13 giugno 2011

Paura...

Tutti gli animali provano sensazioni negative e positive e non tutte quelle che consideriamo un male ci arrecano dei veri e propri danni, spesso sono fondamentali per la nostra sopravvivenza. Pensiamo ad esempio al dolore che ci indica con nitidezza, cosa sia nocivo lasciandoci un vivido ricordo per il futuro. Quando ero piccolo mi piaceva giocare con i fiammiferi per vedere il colore del fuoco. Mia nonna Gemma mi diceva che potevo scottarmi finche’ successe. Pianti, strilli e lezione imparata: non si gioca col fuoco…

La paura e’ un’altra sensazione considerata negativa, ma riveste una straordinaria importanza per la nostra sopravvivenza. Essa, quando giunge, fa scattare una serie di meccanismi di difesa; la produzione di adrenalina ci rende immediatamente vigili e pronti a scattare, il battito cardiaco accelera per pompare sangue ai muscoli in caso di una fuga immediata. Se non provassimo paura ci saremmo gia’ estinti; le cronache sono piene di eroi impavidi e senza paura che cercavano la gloria e spesso hanno trovato la morte. Oggi in barca ho avuto paura…

Ieri e’ stata una giornata con parecchio vento e non siamo usciti in barca. Ho parlato con Juma e lui mi ha detto che domani (oggi) al mattino le previsioni davano poco vento. Contento stamane mi alzo alle 4 come di consueto e mentre cammino verso il molo noto che il vento e’ calato sensibilmente e quando arrivo al molo il mare e’ appena increspato. Armiamo la barca e salpiamo; c’e’ qualche onda e siamo nelle condizioni limite per effettuare avvistamenti, ma un tentativo bisogna sempre farlo, ma appena usciamo comincia a tirare vento forte da sud e capisco che forse era meglio restare a terra…

La corrente d’aria che spira non e’ a folate, ma e’ costante come un ventilatore ed e’ fresca. All’inizio non ci facevo caso, ma qui siamo sotto l’equatore e l’aria fredda che nell’emisfero boreale arriva dal polo nord, qui nell’emisfero australe arriva dal polo sud. Le onde cominciano ad essere sempre piu’ grosse, non piu’ lunghe, ma ravvicinate. Quando ne prendiamo una di traverso la barca si alza in diagonale, ma soprattutto ricade in modo “scomposto” sull’onda successiva infrangendola e facendo entrare un po’ d’acqua. E’ allora che sento Juma che urla “Marco”; ma non e’ il suo solito grido che cerca la complice risata.

Mi volto e noto che il capitano non sta ridendo ed e’ allora che vedo bene il mare. Intendiamoci, non credo che superi forza 3 o 4 e lavorando in barca mi e’ capitato anche di peggio, ma con due differenze importanti. La prima e’ che ero in acque nostrane, dove posso dire che io e il mare ci conosciamo e l’altra e’ che ero su un veliero a due alberi di oltre 20 metri. Ora sono su una barca in legno e vetroresina di 5 metri senza nessuna dotazione di sicurezza e soprattutto sono in Oceano Indiano e lui non mi conosce ancora, non posso dire di essere suo amico; ed e’ nitido il ricordo del motoscafo affondato da alcune onde grosse quando ho lavorato alle Maldive. E’ qui che sale la paura…

La paura che ti prende in barca e’ diversa da quella che provi in terraferma. La terra e’ il nostro ambiente naturale dove in caso di pericolo possiamo correre scappare, in sostanza possiamo muoverci. In barca non ci sono molte alternate. Non puoi scappare d nessuna parte a meno che tu non voglia gettarti in acqua, che non e’ proprio il nostro elemento. Possiamo galleggiare, ma devi essere un esperto nuotatore per nuotare con mare grosso. Le altre volte che c’era mare mosso quello che mi impauriva era perdere l’attrezzatura, sapevo che sarei arrivato nuotando a riva. Questa volta devo confessare che del costosissimo equipaggiamento elettronico da migliaia di euro non me ne importava niente, mi bastava arrivare a terra.

Mi sono voltato verso Juma e abbiamo fatto assieme il gesto di andare verso terra. Il capitano ha manovrato mettendosi a favore di vento e di onda fino ad arrivare sottovento al punto opposto della baia, dove c’era mare calmo. Sentire l’oceano sotto di te che sembra ribollire e vedere onde piu’ alte del bordo della barca con il vento che soffia, ed il cielo grigio mi ha fatto paura e appena siamo al riparo sottovento tiro un sospiro di sollievo. Dopo aver portato la barca sulla battigia chiedo a Juma se domani si puo’ uscire e lui mi risponde scuotendo il capo. Non so perche’ ma lo sospettavo…

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