sabato 4 giugno 2011

Pesci per la mia Mama...


Oggi prima di uscire sento Artadji e Capitan Ciotti che discutono e comincio  temere ce sia ancora per il prezzo. Si avvicina il mio studente e mi dice “ Juma ti vuole chiedere se e’ possibile portare la lenza per pescare, ma se non vuoi non c’e’ nessun problema”; sorrido e gli dico che spero che prenda almeno tanti pesci.

Partiamo tutti contenti e nemmeno dopo 30 minuti di navigazione Juma prende il primo, utilizza la tecnica della pesca a strascico e quando prende il pesce per ucciderlo gli sbatte la testa con violenza sul bordo della barca, non molto elegante considerando che Capitan Washewo (Il capitano di Bangua) per ucciderli gli dava un morso e quella era veramente una scena pulp…

Dopo aver sistemato l’amo rigetta la lenza in acqua e nemmeno 5 minuti ed ecco un altro pesce. Juma urla di gioia e questo e’ veramente grosso, tanto che quasi non riesce a tenerlo fermo, ma dopo tre colpi in testa eccolo giacere inerte sulla barca. La mattinata prosegue con alcuni avvistamenti e altrettanti pesci, finche’ al secondo pesce di grosse dimensioni Juma mi guarda ed esclama “Questa e’ la tua Baraka”. Ecco, anche lui se n'e' accorto. Alla fine saranno ben dieci pesci e Juma non vuole nemmeno venderli, dato che sono un dono della mia baraka e me ne regala uno che so gia’ a chi dare…

Io non so come siano i rapporti tra madri e figli qui alle Comore, se si puo’ abbracciare la propria mamma, ma una cosa ho imparato. Per rispetto io saluto sempre la mia Mama porgendogli le mani giunte e dicendo “Quesi?” per avere la benedizione della sua baraka. Lei all’inizio le prendeva con la sua mano destra e mi diceva “Mbona” con un gesto di cortesia quasi distratto, ma con il tempo ha preso la mie mani con sempre maggior calore chiedendomi, senza lasciarle, “Gaomnunu?” (Stai bene oggi?) ed io all’inizio rispondevo con la medesima distanza “euwa” (si), ma adesso tutte le mattine che torno dalla barca cerco la mia mama per avere il suo sorriso e per dirgli un caldissimo “euwa”

Appena arriviamo a casa incontro la mia Mama che chiede ad Artadji (credo che non parli molto francese) “Oggi il mio bambino e’ stato bene in barca?”. Io vi giuro che ho un momento di commozione mentre mi avvicino porgendogli le mani sorridendo e non posso che dire “Euwa Mama” (si mamma). Lei mi sorride e dopo la sua benedizione gli porgo il pesce e gli dico che e’ un regalo per lei. Lei lo guarda e dopo che mi ha detto “mharaba mengi” (grazie) allunga la sua mano e mi accarezza la guancia. Vi giuro che ho sentito una dolcezza incredibile in questo gesto cosi’ diverso e forse tanto raro in questo posto, in cui i due cieli, maschile e femminile, si tengono sempre a cortese distanza, ma non oggi…

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