martedì 4 ottobre 2011

Viaggio in barca..

Ci siamo, oggi vado a vedere l’isola di Anjuan, che per assonanza mi richiama alla memoria il film Jumanji. E quale modo migliore per raggiungerla se non la barca di linea per sentirsi una volta di piu’ africano? Mi informo ll’agenzia di trasporti marittimi e mi dicono che la barca dovrebbe partire sulle 10:00 e di presentarmi all’imbarco alle 8:30 per le procedure burocratiche. Appena arrivo al porto la guardia mi squadra e mi dice che sono arrivato tardi. Io rimango basito dato che non mi e’ mai capitato di fare tardi in africa e cosi’ mi dirigo all’agenzia marittima che mi rassicura con questa frase “E’ troppo presto, bisogna aspettare”.

Mi siedo e aspetto finche’ arriva il nostro transfer, un vecchio furgone dove veniamo stipati in 30 ed entriamo nella dogana. Alla vista di container arrugginiti e strade bianche dissestate ho avuto la sensazione di essere dentro al film Mad Max. Scendiamo e ci fanno accomodare su una chiatta a cui e’ attraccata la nostra barca, dove un losco figura dell’immigrazione controlla uno ad uno i nostri documenti e quando si vede un muzungu davanti fa subito la voce grossa dicendo che ho il visto scaduto. Io gli dico che e’ vero, ma e’ quello vecchio, lui gira pagina e trova quello nuovo; fa una smorfia di fastidio e mi rida’ il passaporto.

Salgo in barca con solo due ore di ritardo e comincia il viaggio, solo che c’e’mare un po’ agitato che fa beccheggiare di brutto l'imbarczione; il risultato sono 8 ore di montagne russe che fanno vomitare meta barca finche’ arrivo al porto di Anjuan e dopo l’attracco vorrei segnalare due fatti. Il primo e’ che vedo un funzionario bianco, imbolsito, pallido come un cadavere mi guarda con una faccia triste ed affranta; mi da l’idea dell’impiegato fantozziano che ha subito l’estremo gesto di mobbing, l’esilio…

La seconda cosa e’ che devo essere veramente stravolto perche’ il funzionario dell’immigrazione mi scambia per un cittadino malgascio, ma quando osserva la prima pagina nota che sono italiano, muzungu al 100%, percio’ tutto bene e benvenuto ad Anjuan! Appena esco dal porto mi appare un paese piu’ povero dell’isola da cui provengo. Poco dopo arriva uno dei responsabili del progetto che mi porta a mangiare una pizza (devo dire molto buona) e poi mi ospitano nella loro casa, completa di ogni comodita’, ove mi faccio una doccia vera con acqua calda. Quando mi stendo a letto per qualche momento penso di essere in una realta’ parallela creata dal Lariam (n.d.r. il farmaco con effettuo la profilassi antimalarica, puo’ provocare allucinazioni…)

Nessun commento:

Posta un commento