mercoledì 19 ottobre 2011

Pangagnile!

Anche oggi sono tornato sul luogo del delitto, come l’assassino. Questo posto molto particolare consente di poter studiare il comportamento del delfini molto da vicino, restando con la barca comodamente attaccati ad una piccola boa. Ieri mentre ero in acqua ed osservavo gli animali improvvisamente un forte colpo di coda effettuato da un individuo ha fatto allontanare molto velocemente tutto il gruppo. Dato che di solito se gli animali si allontanano un motivo c’e’ ho preferito non indagare e sono ritornato alla barca.

Mentre stavo ritornando ho ripensato a quel comportamento e il primo pensiero e’ stato l’avvicinarsi di un pericolo, ma non essendoci altra barca che la nostra ho pensato subito ad uno squalo, ma con poca convinzione. La sera questa leggera preoccupazione mi ha fatto fare un sogno non proprio piacevole in cui venivo morso da un piccolo squalo; nessuna perdita di arti, ma il dolore del morso e’ un altro regalo che mi fa il mio farmaco antimalarico.

Stamani chiedo al capitano se ci sono degli squali in queste acque e lui mi dice un no, ma non molto convinto. Io mi rassicuro, ma non troppo e mentre usciamo ammetto che ci ho pensato un po’ e prima di immergermi ho detto al capitano di seguirmi con la barca a qualche metro di distanza a remi che non si sa mai…

Mi sembra tutto tranquillo e poco dopo ecco arrivare i miei amici cetacei e comincio a registrare i suoni. I delfini sott’acqua alle volte emettono delle bolle, che fungono da una sorta di confine, una barriera di sicurezza, che se superata da qualche intruso fa scattare immediatamente una sorta di allerta generale. Io di solito ci sto molto attento ma stavolta complice un eccesso di sicurezza o distrazione devo aver superato quella barriera o semplicemente c’era qualcos’altro…

Improvvisamente e senza preavviso i delfini che prima erano sparsi attorno a me si raggruppano molto velocemente e cominciano a nuotare molto, ma vi posso assicurare molto velocemente. Io mi sono spaventato non poco, sono sempre animali ed e’ stato allora che ho guadato in basso, verso il fondo e nel blu ho visto luccicare una pinna caudale verticale; poteva essere qualunque cosa, dal tonno, al barracuda, allo squalo, ma la mia reazione ricordava quella di Tom (del cartone Tom&Jerry).

Quando in una puntata viene inseguito da uno squalo non esce dall’acqua, ma ci corre sopra. Io invece mi do una spinta tale che letteralmente volo sopra la barca con pinne ai piedi e maschera ancora in faccia sotto lo sguardo stupito del capitano; meglio non rischiare...

Mentre stiamo tornando verso il villaggio, vedo una bella pinna di almeno trenta centimetri che si solleva ad un metro dalla barca. Immediatamente dico al capitano di fermarsi e prendo la macchina fotografica aspettando che riemerga, ma dopo qualche minuto non succede nulla; e’ allora che sento il capitano che ridacchia e mi dice “Pangagnile” con un tono ed uno sguardo che se dovessi tradurre sarebbe “Deficente, ma che razza di biologo sei, non hai visto che era uno squalo?”. 

Resto senza parole mentre ripenso alla pinna verticale che ho visto poco prima e capisco che e il caso di andare a casa e gli dico “Narende Vontsi” (in comoriano “Andiamo a Terra”) che assomiglia molto al veneziano “’’ndemo in xso’” (andiamo via)…

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