giovedì 13 ottobre 2011

L’Île jamais sortie…

Oggi abbiamo fatto un’uscita molto lunga alla zona di Raya, una sorta d’isola mai emersa qui alle Comore che solo i pescatori della zona conoscono. Ci sono gia’ stato ma questa volta l’ho vista con occhi diversi,, non come un ricercatore, ma come narratore di storie…

Nel libro Il Monte Analogo di Rene’ Daumal (grazie Tsaramaso) i protagonisti sono alla ricerca di una montagna mitica, un non-luogo che rappresenta l’essenza dell’inesplorato. E per giungervi devono percorrere una rotta molto particolare. Nel mondo fantastico creato d J.R.R. Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli, esiste il luogo chiamato le terre imperiture, una sorta di paradiso che puo’ essere raggiunto solo dalle navi degli elfi, che conoscono una rotta particolare, completamente dritta, che consente di vincere la curvatura del mondo.

Quando oggi siamo salpati avevo memorizzato il punto sul mio GPS ma senza comunicarlo a Juma, il nostro capitano, e come sempre lui e’ partito senza problemi. L’ultima volta che siamo venuti qui era in un’altra stagione oltre 3 mesi fa e c’erano quindi condizioni diverse di marea, di corrente e di sole, quindi, almeno per me, era impossibile ritrovare lo stesso punto. Ed e’ qui che Juma fa quello che fanno solo gli elfi, trova la rotta semplicemente perche’ lui la sa e basta…

Qualche volta la barca si ferma perche’ ci sembra di avvistare dei delfini e subisce un forte scarroccio (o movimento laterale per i non naviganti) ma lui riprende la rotta come se niente fosse finche’ vediamo sotto di noi il giardino di corallo dell’isola sommersa. Osservo il GPS e vedo che abbiamo mancato il punto dell’altra volta e qui che Juma , il mio capitano, si alza in piedi a poppa e ci dice “Questo non e’ lo stesso punto dell’altra volta, l’altra volta eravamo li’”. Ed indica un punto in mezzo al mare dove ci dirigiamo e quando guardo il GPS ci siamo proprio sopra, con un errore di pochi metri.

Prima di buttarci in acqua a vedere questa meraviglia sommersa osservo per un attimo Juma seduto sopra il motore e poi i miei tecnologici strumenti; in un certo senso Juma e’ un po’ come quei navigatori elfici, che conoscevano la rotta senza strumenti; probabilmente bisognerebbe chiedere a lui per raggiungere il Monte Analogo.

Mentre torniamo verso riva mi viene in mente una frase del Capitano, altra figura mitologica della mia vita, mentre lavoravamo assieme in mar Tirreno: “…puoi tracciare tutte le rotte che vuoi e avere tutti gli strumenti del mondo, ma se non sai dove sei, non andrai mai da nessuna parte...”

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