Nei giorni in cui ero senza bagaglio e migliaia di miglia da casa ammetto
di aver avuto un certo sconforto. Nell’attesa mi sono comprato un cambio di biancheria
intima, una maglietta, un paio di pantaloncini e il necessario per lavarsi.
Ogni giorno mi sono lavato i vestiti il mattino cosi’ da avere un cambio
pronto per il giorno dopo. Mentre lavavo, riflettevo alle persone qui alle
Comore che spesso vedo sempre con lo stesso vestiario, lavato ogni giorno per
il successivo, ci credo che dopo poco tempo un capo scolorisca o peggio si
stracci.
E’ stato come essere colpito da un fulmine, ho rivisto nella mia mente le
immagini di milioni di profughi che scappano da paesi dove imperversano la fame
e la guerra con solo poche cose, oppure alle migliaia d’immigrati che arrivano
in Italia con niente.
Mentre stavo lavando per un attimo ho pensato alla mia fortuna; io vivo
tutto questo con incosciente spirito di avventura, sapendo che prima o poi
finira’ e tornero’ nel mio comodo occidente pieno di servizi mentre loro
rimarranno qui probabilmente per sempre e vi confesso che ho provato vergogna…
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