Oggi ci siamo presi una giornata di pausa e mentre stavo passeggiando per
la strada, non potevo fare a meno di notare alcuni lavori in corso lungo una
grande parete vicino all’universita’ e soprattutto notavo come tutte le leggi sulla
sicurezza sono applicate qui alle Comore in modo rigoroso per permettere a
tutti i lavoratori di svolgere le loro mansioni senza infortuni o incidenti: leggete
qualche esempio…
La squadra lavori deve buttare giu’ un vecchio muretto e costruirne uno nuovo.
La prima fase, sapientemente diretta dal capo cantiere (notare: unico comoriano
con scarpe anti-infortunistica, caschetto e giubbotto catarifrangente),
prevedeva l’abbattimento del vecchio muretto. Ecco arrivare una vecchia, ed
arrugginita ruspa, guidata da un minuscolo comoriano in canottiera e infradito
che comincia ad abbattere il vecchio muretto.
Appena terminata la prima fase ecco pronta una squadra di decine di uomini
che comincia a raccogliere i calcinacci composti di pietre di tagliente pietra
lavica, ciascuna pesante almeno cinque chili, chi scalzo, chi in ciabatte di
gomma, ovviamente a mani nude e senza nessuna mascherina per la polvere. In
pratica un paziente esercito di formiche che riempie sacchi di pietre in mezzo
ad una nuvola di polvere…
Comincia poi la terza e ultima fase, la costruzione. Il nostro capo
cantiere traccia rigorosamente a occhio e a spanne le dimensioni del muro che
dovra’ essere eretto e poi comincia la mescola della malta, rigorosamente a
mano. Viene preso un enorme catino dove mettere gli ingredienti e a turno i
nostri comoriani si armano di un enorme mestolone e mescolano per evitare che
la malta si secchi…
Come potete notare ogni fase aveva delle piccole falle nella sicurezza,
chissa’ se siete in grado di capire quali. A breve vi racconto una bella
officina meccanica…
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