La parola “psicoterapia”
deriva dal greco e significa “cura
dell’anima”. E’ una terapia realizzata con strumenti come il colloquio, che
cerca di stimolare un cambiamento consapevole di uno stato di malessere
psicologico. Nel nostro immaginario vediamo un lettino, e lo psicoterapeuta che
ascolta la storia della nostra vita (che in veneziano si chiama “la storia dell’orso”) e cerca di
aiutarci a superare ansie, paure e depressioni.
In questo posto
sperduto nel mezzo del canale de Mozambico dove mi trovo, alle volte attraverso
dei momenti difficili, in cui non sai bene che pesci pigliare e ti guardi
attorno smarrito cercando le risposte a quelle domande che forse era meglio non
farsi mai (ma siano sempre benedette quelle domande).
In questi momenti
so benissimo cosa fare. Raccolgo le mie cose nella mia sacca di pelle marrone,
prendo il mio quaderno, dove annoto sempre tutto, e mi dirigo passeggiando
lungo la costa fino ad una grande piazza vicino ad una grande moschea bianca;
supero questa moschea e sulla destra sotto un portico c’e’ l’ingresso del mio
psicoterapeuta. All’ingresso mi pulisco delicatamente i piedi sullo zerbino e
pronuncio un delicato “Namascar” (saluto indiano fatto con le mani giunte
davanti al petto, significa “saluto il divino che e’ in te”). La figura seduta
all’interno mi saluta con sorriso mentre pronuncia il suo Namascar e mi indica
una sedia dove accomodarmi.
Io mi siedo con
calma, tutto il resto del mondo e’ all’esterno con il suo rumore, caos,
problemi, ansie e paure; io sono seduto li’ e tutto svanisce. Il Mercante di
Pietre mi chiede semplicemente “come va?” e comincia il mio racconto di parole,
quasi un fiume in piena e lui sa benissimo, da consumato dottore dell’anima, dove portarmi con le parole, sa di cosa ho
bisogno; lui, come uno sciamano, “sente” quali sono le risposte alle mie
domande (che forse era meglio non farsi mai) e semplicemente sorridendo mi da
le risposte…
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