mercoledì 26 giugno 2013

Ketos...


Ketos per Aristotele è il mostro che abita nel mare, ma la sua origine si perde nel mito. I classici greci parlano della bellissima Andromeda, data in sacrificio al mostro Ceto, ma salvata in tempo da Perseo che lo pietrificherà con la testa di Medusa, una delle tre gorgoni. Nel tempo il connotato negativo del nome e’ rimasto, associato spesso a presagio di sventura tanto che i marinai superstiziosi non nominavano la parola “Ceto” a bordo per evitare di attirare la sfortuna di una tempesta o un attacco di pirati. Oggi, dopo tanti tentativi abbiamo incontrato Ketos…

La giornata di oggi procedeva per il meglio quando Sara, una tesista, mentre sta filmando il comportamento di alcuni delfini, si blocca ed esclama “e quello cos’e’?” Tutti ci giriamo verso la scogliera e dalla forma e dalle dimensioni sembra essere proprio una balena, e avvicinandosi alcune evoluzioni delle sua pinne ricoperte di crostacei non lasciano spazio a dubbi; e’ una megattera…

Maledico me stesso per non aver portato in barca maschera e pinne, ma non importa. Cominciamo a scattare foto a ripetizione mentre ci avviciniamo finche’ e’ possibile vederla per bene. E’ un esemplare abbastanza grosso, almeno 12 metri di lunghezza, ma non sembra nuotare, pare danzare leggiadro, mentre solleva le sue enormi pinne pettorali biancastre sopra la placida superfice dell’oceano indiano inondato da un sole accecante. Dopo alcune piccole evoluzioni s’immerge e scompare. Soddisfatti, pensiamo d’andarcene, ma il meglio deve ancora venire…

Dopo pochi attimi Gennaro, l'altro tesista che stava registrando i suoni, sgrana gli occhi sentendo dei suoni che sembrano essere pura manifestazione di potenza ed e’ allora che vediamo una macchia scura avvicinarsi sotto di noi. In barca si fa immediatamente silenzio mentre vediamo questa figura enorme, grande piu’ del doppio della barca, che lentamente gira attorno a noi quasi mostrandosi in tutta la sua grandezza, facendo sfoggio di tutta la sua possanza verso di noi, piccoli insetti nel suo territorio.

Il cuore di fronte ad tale manifestazione batte fortissimo e vi confesso che vedendola passare sotto di noi ho avuto attimi di paura perche’ se fosse salita per respirare vicino a noi avrebbe facilmente rovesciato la barca. Sono seduto a prua mentre passa proprio sotto di me e posso vederla per intero attraverso l’acqua trasparente; e’ al cospetto di un simile animale che comprendi quanto siamo piccoli noi umani, quanto meraviglia ci sia nel grande libro della natura. Tutto questo mi blocca e non riesco a fare nemmeno una foto mentre osservo passare un avatar dell’Oceano Indiano (vedi qui) sotto di me, riaffiorare a poca  distanza per respirare, e un attimo dopo sparire immergendosi nel blu dell’oceano…

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