mercoledì 19 giugno 2013

Chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo…


Queste sono alcune delle domande che l’uomo si e’ posto, si pone e forse si porra’ anche in futuro. Risposte certe, al momento, non ce ne sono, ma uno ha una vasta gamma di possibili soluzioni: non pensarci, darsi una risposta parziale, ma che ci accontenta o affidarsi a una delle decine di religioni che ci sono nel mondo che sicuramente una risposta la possiede. Tranquilli, non ho intenzioni di impelagarmi in un pistolotto filosofico sul senso della vita ma oggi ho fatto un’interessantissima chiacchierata con il Mercante di Pietre sulle nostre origini.

Stavamo parlando delle differenze linguistiche che esistono spesso all’interno delle stesse nazioni, sia immense come l’India o le stesse Comore e su quanto siano importanti per mantenere un contatto diretto con la tua cultura originaria, quella che ti ha generato (io stesso sono un cultore del mio caro dialetto veneziano) soprattutto in India, dove ogni famiglia ha una sua casta di appartenenza, ma non solo anche una sua lingua particolare, conosciuta solo dagli appartenenti alla stessa casta.


Mi ricordava del problema che adesso spesso accade che le giovani generazioni non conoscano la storia della loro casta, né la loro lingua segreta, tramandata solo oralmente come una preziosa eredita’. Mentre parliamo, sento la sua voce farsi decisa, l’argomento lo tocca nel profondo, e dopo aver accavallato le gambe, continua nel suo discorso che mi lascia come sempre senza fiato…

“Conoscere le proprie origini e’ fondamentale; bisogna mantenere le tradizioni per avere conoscenza del proprio passato, ma con la mente sempre aperta verso il futuro. Vedi, sapere chi sei e soprattutto da dove vieni, ti fa sapere dove sei giunto lungo il cammino della vita e ti da una solida base, una consapevolezza dei tuoi mezzi con cui proseguire il percorso. Non importa dove esso ti conduce, in ogni caso dobbiamo percorrerlo sempre fino in fondo e li, alla fine, probabilmente saprai dove sei arrivato...”

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