Cosi’ recitava il finale di una bellissima frase pronunciata da Gandhi:
“First they ignore you, then they laugh at you, then they fight you and in the
end you win” (all’inizio di ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono e alla
fine tu vinci). Certo, la situazione in cui la sto usando è molto diversa dalla
lotta per l’indipendenza di un paese, ma alla fine, dopo tanto penare, i nostri
bagagli sono finalmente arrivati…
La mattinata si è aperta con un piccolo comico siparietto. Incontriamo
Aziz, del personale dell’università che ci è venuto a prendere il primo giorno,
che nota la maglia di Gennaro, la stessa che aveva il giorno del nostro arrivo.
Alla notizia che i nostri bagagli non sono ancora arrivati, la indica
sorridendo e gli dice “Mi ricordo di questa maglia, la indossavi anche il primo
giorno” dandogli dello straccione; se arrivi a farti prendere in giro dagli
africani su questo pensato quanto potevamo essere mal ridotti…
Dopo una breve discussione ecco finalmente arrivare il nostro guidatore,
Issa (il corrispettivo per gli islamici di cristo), ma noi notiamo subito che
manca una cosa fondamentale per andare all’aeroporto; il furgone. Inussa, che
possiede occhio di falco, orecchie da lince, non se ne accorge minimamente ma entra
nell’ufficio per farsi dare le chiavi, esce e quando finalmente si accorge che
il furgone non c’e’ ci guarda con sguardo smarrito e allarga le braccia
sconsolato, ma non si perde d’animo e comincia una lunga ed estenuante caccia
al tesoro…
Inussa comincia a cercare il furgone in ogni angolo dell’universita’,
all’esterno, chiede negli uffici, ma il meglio lo da quando entra nel negozio
che vende bevande all’interno dell’universtia’ e quando ne esce ci guarda
allargando le braccia! Pensava che qualcuno potesse nascondergli il furgone
dentro al negozio!
Dopo una buona ora di ricerca, alla quale si aggiunge una seconda persona,
il furgone è finalmente trovato. Raggiungiamo l’aeroporto comunque contenti per
le comiche cui abbiamo assistito e dopo la solita lunga, estenuante, penosa
attesa ecco finalmente i nostri bagagli. Dopo il rientro a casa, una doccia ed
un cambio pulito decidiamo di concederci una bella cena in un ristornate sulla
spiaggia non prima di ricevere una telefonata improvvisa da Mr World Bank, il
nostro diplomatico di fiducia, che mi chiede se va tutto bene. Dato che i
bagagli sono arrivati direi che il suo passaporto blu deve aver avuto un certo
peso…
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