giovedì 6 giugno 2013

In the end … You win!


Cosi’ recitava il finale di una bellissima frase pronunciata da Gandhi: “First they ignore you, then they laugh at you, then they fight you and in the end you win” (all’inizio di ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono e alla fine tu vinci). Certo, la situazione in cui la sto usando è molto diversa dalla lotta per l’indipendenza di un paese, ma alla fine, dopo tanto penare, i nostri bagagli sono finalmente arrivati…

La mattinata si è aperta con un piccolo comico siparietto. Incontriamo Aziz, del personale dell’università che ci è venuto a prendere il primo giorno, che nota la maglia di Gennaro, la stessa che aveva il giorno del nostro arrivo. Alla notizia che i nostri bagagli non sono ancora arrivati, la indica sorridendo e gli dice “Mi ricordo di questa maglia, la indossavi anche il primo giorno” dandogli dello straccione; se arrivi a farti prendere in giro dagli africani su questo pensato quanto potevamo essere mal ridotti…

Dopo una breve discussione ecco finalmente arrivare il nostro guidatore, Issa (il corrispettivo per gli islamici di cristo), ma noi notiamo subito che manca una cosa fondamentale per andare all’aeroporto; il furgone. Inussa, che possiede occhio di falco, orecchie da lince, non se ne accorge minimamente ma entra nell’ufficio per farsi dare le chiavi, esce e quando finalmente si accorge che il furgone non c’e’ ci guarda con sguardo smarrito e allarga le braccia sconsolato, ma non si perde d’animo e comincia una lunga ed estenuante caccia al tesoro…

Inussa comincia a cercare il furgone in ogni angolo dell’universita’, all’esterno, chiede negli uffici, ma il meglio lo da quando entra nel negozio che vende bevande all’interno dell’universtia’ e quando ne esce ci guarda allargando le braccia! Pensava che qualcuno potesse nascondergli il furgone dentro al negozio!

Dopo una buona ora di ricerca, alla quale si aggiunge una seconda persona, il furgone è finalmente trovato. Raggiungiamo l’aeroporto comunque contenti per le comiche cui abbiamo assistito e dopo la solita lunga, estenuante, penosa attesa ecco finalmente i nostri bagagli. Dopo il rientro a casa, una doccia ed un cambio pulito decidiamo di concederci una bella cena in un ristornate sulla spiaggia non prima di ricevere una telefonata improvvisa da Mr World Bank, il nostro diplomatico di fiducia, che mi chiede se va tutto bene. Dato che i bagagli sono arrivati direi che il suo passaporto blu deve aver avuto un certo peso…

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