sabato 16 giugno 2012

Andanamila...



Oggi ho rivisto il governatore della regione di Bangua per discutere con lui della possibile permanenza al villaggio. Rivederlo e’ stato bellissimo e mi ha fatto sentire come sempre a casa mia. Quest’anno non sono da solo, con me c’e’ anche una tesista dell’universita’ di Torino e avevo proposto al Governatore di piantare una tenda nel suo giardino per non disturbare a casa sua.

Artadji mi ha aveva detto che sarebbe stato difficile per lui accettare una cosa simile per la cultura che qui alle Comore viene riassunta con la parola Andanamila. Questa semplice parola il cui suono richiama qualcosa di fluido che non sta mai fermo, che si muove da una persona all’altra, una sorta di energia che si respira in tutta l’isola. 

Potrebbe essere una sorta di “dare-avere” continuo che esiste in questo popolo, per cui puoi girare per tutti i villaggi senza avere del denaro in tasca, ma sapendo che non ti manchera’ mai un tetto dove dormire, ne’ un piatto di cibo per mangiare. 

In base a questo principio un comoriano accettera’ a fatica che io possa dormire in una tenda fuori dal villaggio, ma cerchera’ di ospitarmi in casa sua o se non sara’ possibile trovera’ qualcuno che possa farlo al suo posto. Per questo il governatore quando sente le mie affermazioni scuote la testa e mi guarda severo dicendomi “Non hai ancora capito Marco? La mia casa e’ la tua casa, puoi venire quanto vuoi e quando vuoi, e poi sei uno della famiglia, come potrei chiuderti la porta in faccia?”. 

Mi sono alzato verso di lui e commosso l’ho abbracciato. Debbo fare una precisazione: il costume di Andanamila e’ sviluppato solo qui a Grande Comore. Se invece provenite da un’altra isola come Anjuan o Moheli allora sappiate che quello che conta non e’ l’onore, o l’amicizia, su cui si fonda l’Andanamila, ma solo i soldi, come spesso avviene nella nostra tristissima Europa…

Nessun commento:

Posta un commento