lunedì 2 luglio 2012

Dogma ed il senso del peccato…

Il dogma e' una verita' inconfutabile ed incontrovertibile e viene prevalentemente usata in ambito religioso, come la parola peccato, parola di origine latina che in passato si riferiva alle persone che avevano commesso un reato. La sua accezzione moderna invece riguarda molto spesso la sfera religiosa, e indica una comportamento o un'azione proibita o una trsgressione di alcuni dogmi.

Le religioni impongono l'accettazione di alcune verita' e di alcuni dogmi per fede che generano quindi una serie di situazioni o comportamenti che devono essere evitati. Nella religione cristiana ogni individuo nasce gia' impuro, con il peccato originale, che il battesimo, primo dei sacramenti, deve mondare dall'anima del nascituro, per permettere il suo ingresso nella comunita'.

Qui alle Comore L'islam e' religione di stato e pone una serie di paletti molto rigidi su parecchie abitubini giornaliere; 5 preghiere al giorno, il divieto di mangiare e bere determintati cibi, e soprattutto rigide norme di vita familiare e coniugale. tutto quello che trasgredisce queste regole, ricade nella sfera del Fadi, del taboo, del proibito...

Il "proibito" ha sempre esercitato nell'uomo un perverso fascino, una tentazione mai sopita verso la trasgressione; forse fine se stessa? O e' solo per il gusto di provare il brivido di andare contro le regole? Parlavo con il Mercante di Pietre di questo sentimento e lui mi ha detto una bella frase, come sempre, che mi ha stimolato una riflessione. Mi ha detto "ricorda che se dici a qualcuno di non prendere quella strada, prima o poi lo faranno. Si chiederanno il motivo del perche' e' proibito".

Riflettendo su questa frase mi sono posto il motivo per cui vengono effettuati coportamenti che possiamo definire proibiti. Credo che oltre al desiderio ed al brivido di commettere un atto impuro, ci sia, almeno per me, anche la voglia di conoscere il motivo di tale divieto, cio' che si cela dietro al muro. Spesso nelle religioni una verita' viene accettata senza mettere in pratica il dubbio, che dovrebbe essere metodico per ogni uomo di scienza.

Una volta uno dei miei professori, che considero come un mio Mentore, durante una lezione mi stava rispiegando un processo chimico all'interno della cellula che non avevo compreso appieno. Quando fini' mi chiese se avessi capito; non avevo tutti gli strumenti per farlo e mi scappo’ un nefasto “mi fido”. Lui mi guardo molto serio e mi apostrofo’: “Ci si fida e si crede solo in chiesa, qui no. Qui si dubita e sperimenta.”. Sagge parole…

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