lunedì 30 luglio 2012

Isole...


Ci siamo, anche questa volta e' arrivato il momento della partenza. Sistemo i miei bagagli e attendo di imbarcarmi. Questa volta nessun controllo sui miei campioni di tessuto di delfino e tutto fila liscio fino alla salita in aereo dove mi volto osservando questo cielo nero pieno di stelle e annusando l'odore dell'Africa. Il mal d'africa arriva come una tenaglia sul mio stomaco mentre il mio aereo decolla e osservo sopra di me piccole isole illuminate da una flebile luce elettrica che poi spariscono, inghiottite dal buio della notte. Poco dopo mi addormento e mi risveglio poco prima di atterrare a Venezia, la mia terra ferita che un po' mi confonde...

domenica 29 luglio 2012

Madagascar...

Il volo verso il madagascar avviene senza problemi ma i saluti, quelli sono sempre difficili. Dopo aver imbarcato i bagagli esco per salutare i miei compagni d'avventura e devo dire che e' sempre dura dirsi arrivederci. Mi aspetta adesso una notte di attesa e poi via verso casa...

sabato 28 luglio 2012

Ultimo giorno in barca...


Oggi e' il giorno della mia ultima uscita in barca e ho come un presentimento che puntualmente si avvera. Non vedo nemmeno un animale ma la cosa non mi proccupa, sono in barca sopra l'Oceano Indiano, vi pare che possa lamentarmi. Dopo un po' e' il momento di rientrare; osservo Juma e gli dico il mio ultimo "Narende Vontzi" per andare verso casa e lui mi sorride e dirige la prua della barca verso il molo. 

Arriviamo, scarichiamo tutta la roba e dopo aver firmato la ricevuta gli faccio un piccolo regalo. Juma mi aveva chiesto una maglietta da tempo e voleva il mio cappello; come posso negarglieli? Prendo la maglietta che ho preparato nello zaino e gli porgo il mio cappello. Lui pronuncia il suo solito, roco "Marco" e ci abbracciamo come due Manama (fratelli in comoriano). Vi confesso che mi sono dovuto allotanare in fretta altrimenti sarei diventato una fontana piangente...

venerdì 27 luglio 2012

Passaggi...

Ci siamo, e' arrivato il momento di andare a trovare per l'ultima volta il mio amico indiano pima di partire. Mi siedo nel suo negozio e abbiamo l'ennesima piacevole conversazione, ma questa volta mi sale un magone incredibile e non riesco nemmeno a dire le ultime parole vengono interrotte da un'ondata di commozione quando lo saluto. Mi guarda e mi dice come sempre  "have a good fight" ed esco dal suo negozio sospirando guardando le nuvole che passano veloci sopra di me...

mercoledì 25 luglio 2012

Il riposo del guerriero...

--> La giornata di oggi non si e' aerta nel migliore dei modi con diversi ritardi e problemi al motore; inoltre dopo aver effettuato un giro di perlustrazione con la barca non riesco ad avvistare nessun animale. E' allora che decido di dare una svolta del tutto personale all'uscita: faccio fermare la barca e decido di stendermi a sonnecchiare in attesa dell'arrivo dei delfini. Come insegna un vecchio proverbio cinese, "siediti sulla riva del fiume e attendi, vedrai passare il cadavere del tuo nemico'; vediamo se funziona attendendo in barca...



lunedì 23 luglio 2012

Rivoluzione...

Oggi stavo leggendo uno dei giornali locali quando una notizia mi e’ balzata subito all’occhio. Recentemente in Madagascar sembra che ci siano degli scontri tra il regime attuale e gruppi di ribelli che periodicamente tentano delle sortite per cercare di conquistare piccoli avamposti per provare a rovesciare l’attuale dittatore. Il problema e’ che tutte queste azioni vengono rapidamente neutralizzate dal governo e non in modo incruento, come questa volta: sembra che l'esercito non abbia risparmiato la forza e l'uso delle armi da fuoco.

La miseria di questo povero paese attualmente e' grande e la disperazione sta creando tutti i presupposti per una vera e propria nitroglicerina sociale. La situazione e' la seguente. Dopo anni di dittattura ci furono delle libere elezioni e sembrava l'inizio di una nuova era per il Madagascar, ma dopo la fine del mandato presidenziale e dopo altre elezioni ci fu un colpo di stato capeggiato non da militari o un vecchio dittatore, ma da un DJ! Si, avete letto bene, l'attuale capo dello stato e' proprio un Disc Jokey che si e' messo a fare il dittatore portando il paese alla miseria piu' nera.

Certo anche noi abbiamo avuto un Presidente del Consiglio barzellettiere e cantante da crocera, ma si sa che l'Italia ha una storia tutta particolare...

domenica 22 luglio 2012

Il miracolo della natura...

La natura genera sublime sgomento, o almeno cosi’ recitavano i romantici e devo dire che e’ difficile dare loro torto di fronte ad alcune manifestazioni di forza come una burrasca o di fronte alle potenza distruttrice di un vulcano non possiamo fare altro che ripensare alla nostra piccola esistenza nei confronti delle ancestrali forze della natura, che pero’ spesso ci riserva alcuni spettacoli da posizioni privilegiate…

Oggi mentre stavamo videoregistrando il comportamento dei delfini ne vediamo alcuni che nuotano in modo strano, con la pancia sollevata sul pelo dell’acqua. Cominciamo ad interessarci maggiormente a questo gruppetto finche’ vediamo compiersi quasi per incanto un breve, fugace ma intenso accoppiamento. L’acqua schizza tutto intorno, mentre i due amanti consumano in modo quasi violento il fuoco della loro passione nelle calde acque dell’oceano indiano, mentre sono qui che osservo in silenzio…

sabato 21 luglio 2012

Ritorno al Nord...


Oggi torniamo a nord, nel villaggio di Djoumani, dove due settimane fa abbiamo avvistato un nutrito gruppo di delfini. Speriamo vogliano farci visita un’altra volta…

venerdì 20 luglio 2012

Ramadam...

L’islam e’ una delle piu’ diffuse e importanti religioni monoteiste con oltre un miliardo di fedeli. Appoggia le sua basi su 5 grandi pilastri, che possono essere paragonati ai 10 comandamenti dei cristiani, e sono:

La Shada: la professione di fede. Ogni buon musulmano fa la professione di fede per poter appartenere alla religione islamica.
La Salat: la preghiera rituale. Ogni giorno un buon musulmano la  compie per 5 volte volgendosi verso la Mecca. Esse vengono officiate un’ora prima dell’alba(05:00), a mezzogiorno, nel primo pomeriggio (15:15), al tramonto (18:00) ed infine un’ora dopo il tramonto (19:00). Particolarita’: se una persona nella sua vita effettua tutte le preghiere quando morira’ sara’ completamente nella gloria di Allah e andra’ direttamente in paradiso.
Il Ramadam: il digiuno purificatore. Nel mese di Ramadam ogni buon musulmano compie durante il giorno il digiuno della fame e della sete per purificare lo spirito con la mortificazione della carne, con alcune deroghe, per anziani, malati, donne in gravidanza. Alcuni ultraortodossi non deglutiscono nemmeno e oltre al mese di Ramadam ogni settimana effettuano due giorni di digiuno come ulteriore purificazione.
Lo Zakat: l’elemosina. Ogni buon musulmano deve provvedere, in base alle sue disponibilita’, a donare del denaro verso i poveri e i bisognosi.
Lo Hagi, il pellegrinaggio. Ogni fedele e’ chiamato a compiere, almeno una volta nella vita lo hagi, il pellegrinaggio sacro alla Mecca, una delle citta’ sacre per gli islamici.

Quest’anno il mio periodo qui in Africa coincide con il Ramadam, che in un paese in cui vige una religione di stato, con tanto di ministero per gli Affari Islamici, mi da degli interessanti spunti di narrazione: sentite un po’…

La prima cosa interessante e’ che il gran Mufti, massima attivita’ religiosa delle Comore, concorda con il governo, le pratiche per passare un buon ramadam: tutti gli esercizi commerciali e tutte le attivita’ pubbliche rimangono aperti solo mezza giornata per poter effettuare le preghiere ne resto della giornata. Provate a pensare come si puo’ anche pensare di lavorare qui in Africa con il ramadam…

giovedì 19 luglio 2012

Pioggia … scende su di me …

Ci siamo, oggi giorno di pioggia; mi sono messo in cortile per prenderne un po’ prima della mia partenza. Si, mi sono messo sotto la pioggia lasciandomi baganre, come direbbe un mio caro amico in modo "totale e definitivo", quasi a volermi scrollare di dosso ogni pensiero, preoccupazione e farmi lavare l’anima da mamma Africa; che sensazione meravigliosa…

mercoledì 18 luglio 2012

Ultimo giorno a Bangua...

Tutti i fenomeni regolati dal tempo hanno un inizio e dopo momenti piu’ o meno lunghi inevitabilmente finiscono. Il mio periodo in Africa sta per finire e oggi e’ il mio ultimo giorno qui a Bangua. Alla mattina ci alziamo come al solito all’alba e ci prepariamo per uscire, ma le condizioni meteo ci rendono la cosa impossibile. Cosi’ decidiamo di anticipare il nostro rientro in capitale ad oggi e cominciamo a preparare i bagagli per il rientro. E’ allora che sento il mal d’Africa che si fa strada.

Mi guardo attorno e vedo i bambini che corrono, le donne con le ceste sulla testa, Capitan Washewo e il Consigliere Inoussa con occhi diversi, con un leggero velo di tristezza; so benissimo che qui quest’anno non tornero’ piu’, ma decido comunque di andare al porto per salutare tutti i pescatori e appena si sparge la notizia vengo letteralmente sommerso da un sacco di gente che vuole salutarmi e augurarmi un buon viaggio ed e’ un momento bellissimo.

Torniamo alla casa del governatore e il viaggio di ritorno per me e’ un lungo silenzio, mentre osservo il paesaggio che scorre veloce. E’ sempre difficile andarsene, specie qui in Africa. Queste persone mi hanno dato tantissimo, spero di aver reso loro qualcosa…

martedì 17 luglio 2012

Fronte retro...

Oggi ho commesso un gravissimo errore: ho fatto la domanda sbagliata, nel momento sbagliato, nel posto sbagliato e forse alla persona sbagliata. So che puo’ sembrare quasi impossibile riuscire a commettere questa serie di errori tutti assieme, ma ho imparato che qui in Africa, come dice Artadji, “everything is possibile” ( tutto e’ possibile).

Oggi dovevo stampare alcuni documenti e non avevo il tempo di farli nel mio solito posto, quindi sono entrato nel primo internet-cafe che ho trovato. Quando chiedo se e' possibile stampare il commesso mi risponde con un evasivo “penso di si”. La risposta mi lascia un po’ interdetto, ma non ci faccio caso. Il negoziante prende la mia chiavetta usb e cerca nel suo pc (ve lo giuro) dove metterla. Gia’ questo era un presagio nefasto (luogo sbagliato e persona sbagliata), ma io decido di sfidare il destino con la domanda piu’ brutta della giornata. Chiedo se e’ possibile stampare fronte retro, non l’avessi mai fatto…

La domanda lascia quasi impietrito il commesso per qualche lunghissimo secondo e comincia a guardare il monitor premendo il i tasti credo a casaccio cercando chissa’ quali opzioni. Comincia a fare delle stampe di prova in cui fa due copie della stessa pagina, stampa solo le pagine dispari o solo quelle pari, finche’ dopo 10 minuti di tentativi chiama quello che dovrebbe essere il titolare e li raggiungiamo l’apoteosi. In due non riescono a venirne a capo ed intanto avranno gia’ stampato almeno 40 fogli, finche’ dopo quasi mezz’ora decido di mano la situazione. Interrompo la conversazione, prendo il pc e lancio una stampa semplice e il gioco e’ fatto, tutto sistemato. Pago il dovuto e quando esco ho una certa sensazione di sollievo mentre guardo la luna..

lunedì 16 luglio 2012

Il Ruggito del Mare...

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Stamane quando mi sono alzato alle 5 per andare in barca, sentivo un rumore, come un brusio di fondo, che permeava tutto il silenzio mattutino che precede l’alba. Abbiamo preparato la nostra attrezzatura e ci siamo diretti al porto mentre quel brusio e’ aumentato di intensita’ e quando siamo giunti ecco tutto lo spettacolo maestoso della natura di fronte ai miei occhi. Odivaru Ressi, il dio del mare, oggi si e’ risvegliato in tutto il suo furore non permettendo a nessuno dei pescatori di poter prendere le loro barche.

Vi posso assicurare che il rumore che producevano le onde era a dir poco assordante, mentre si infrangevano sugli scogli. Sono rimasto quasi paralizzato mentre osservavo la forza dell’oceano, mentre ascoltavo il ruggito di Odivaru Ressi, il dio del mare e pensavo ad una lezione del mio vecchio professore di filosofia mentre ci parlava del romantico sentimento del “sublime sgomento” che genera la natura ai nostri sensi. Questa sensazione incredibile la provavo proprio ora mentre l’oceano era in tempesta di fronte a me…




domenica 15 luglio 2012

Too Fast Too Furious

Finita la festa del “Magilis” alla mattina assistiamo allo sposalizio vero e proprio. Infatti il Gran Marriage e’ un debutto in societa’ ma dell’uomo. La donna per tutta la durata dei festeggiamenti resta sempre chiusa in casa e vede lo sposo solo l’ultimo giorno. Finita la magia della sera prima ripenso per un attimo alla discriminazione che subiscono le donne in questo posto, ma solo io lo posso vedere perche’ la maggior parte delle donne che vivono qui non hanno mai visto altra vita che questa; non hanno un altro mondo con cui confrontarsi.

L’uomo al mattino giunge alla casa della sposa assieme a tutto lo stuolo di Grande Notable e li’ poi avviene il congiungimento vero e proprio con la sposa. Da quel momento egli e’ a tutti gli effetti entrato nell’elite della societa’ comoriana. Terminata anche questa facciamo i bagagli e cominciamo il viaggio di ritorno, assieme ad Ali; un fratello dello sposo che di professione fa il guidatore e qui ragazzi devo dirvi che ho avuto veramente paura…

Appena saliamo, ore 09:37, scopro che lo sposo e’ in macchina dato che deve ritornare in Francia (dopo aver visto la sposa per circa 30 minuti) con un aereo che partira’ alle 11; considerando che siamo dall’altra parte del vulcano direi un’impresa ai limiti dell’impossibile, ma non per il mio guidatore. Ali accende il mezzo, sgasa di brutto e parte a razzo; comincia un rodeo di buche, tornanti e sgommate al limite della tenuta, tanto che in un paio di curve a gomito fatte a 80 all’ora ho pensato che il mezzo si cappottasse, ma il meglio lo da ovviamente nel finale…

Superiamo i tornanti ed entriamo nel rettilineo lungo costa che ci porta all’aereoporto. Davanti a noi abbiamo una serie di auto e camion che ci rallentano non poco e mancano 10 minuti alle 11, l’ora X per prendere l’aereo. Dopo ripetuti tentativi fallimentari di sorpassare a sinistra, Ali’ cambia drasticamente tattica e decide di sfruttare al meglio la Jeep 4X4 che possiede. Appena la strada si fa sterrata i mezzi davanti a noi rallentano ed ecco il colpo da maestro del mio guidatore. Ali mette le ridotte, sgomma sulla destra in pieno sterrato e sorpassa tutti strombazzando, passando in testa e arrivando in orario perfetto, mentre io sono diventato bianco come una mozzarella…

sabato 14 luglio 2012

Gran Marriage...

Ci siamo, oggi sto per partecipare all’evento dell’anno, un Gran Marriage, il passaggio nella societa’ che conta, ma andiamo come sempre con ordine. Partiamo alla volta del villaggio di Chomoni dall’altra parte dell’isola prendendo la strada sterrata che passa per un piccolo valico vicino al vulcano Karthala. Il viaggio in autobus e’ sempre un’avventura ma il mio proverbiale adattamento mi fa dormire senza problemi tra buche e scossoni tanto che mi devono svegliare all’arrivo.

Il villaggio e’ gia’ in piena festa perche’ quando arriviamo alla casa che ci ospitera’ siamo vicini al momento piu’ importante. Il Gran Marriage e’ una sorta di debutto nella societa’ che conta, nel giro ristretto dei “Gran Notable”, e il suo svolgimento e’ ordinato da regole precise. La prima di tutte queste e’ che qualcuno della tua famiglia deve essere un Gran Notable e lui solamente puo’ presentarti agli altri Notable; un po’ come la massoneria, in cui si entra solo per invito.

Quindi se nella tua famiglia non ci sono dei Notable, teoricamente sei tagliato fuori dal giro; in realta’ hai ancora due possibilita’. La prima e’ sposare una donna che abbia nella sua famiglia un Gran Notable (molto semplice), oppure puoi trovare qualcuno che garantisca per te (quasi impossibile). Superato questo primo scoglio veniamo adesso in cosa consiste effettivamente questo Gran Marriage.

Lo sposo deve comprare una cospicua dote in oro alla moglie nonche’ pagare dai 4 ai 9 giorni di festeggiamenti e abbondanti libagioni per tutto il villaggio; praticamente deve non solo dimostrare, ma anche ostentare in modo stucchevole, il fatto che possiede un sacco di soldi. Considerate che oltre alla dote in oro (si parla di almeno 10000 euro in oro) lo sposo regala almeno 15 vacche al villaggio (costo di un singolo animale un migliaio di euro circa) che verranno sacrificate durante i festeggiamenti; praticamente si parla di decine di migliaia di euro spese in pochi giorni. Praticamente uno si indebita per tutta la vita solo per diventare Gran Notable, quando con gli stessi soldi potrebbe garantirsi una vita piu’ che tranquilla…

Ma il culmine della festa avviene il giorno del “Magilis”, in cui si presenta ai Gran Notable riuniti per essere accettato all’interno della societa’. In questo giorno vengono mandati inviti ai Notable presenti nei vari villaggi che arrivano in giornata e come benvenuto vengono invitati nelle case degli abitanti a pranzo (di solito vengono preparati pasti abbondanti con i prodotti migliori e quindi ancora soldi da spendere). Dopo tutta questa trafila avviene il Magilis, ovvero il debutto in societa’ ed e’ li che la cerimonia entra nel suo climax…

Di fronte ad una platea di Gran Notable riunita per l’occasione entra il novello sposo scortato dai suoi alfieri, che lo presentano. All’inizio non ci credevo, ma io facevo parte di questo corteo, e non solo. Probabilmente essendo io un “Muzungu” ero considerato una sorta di rara attrattiva e mi e’ stato riservato il posto d’onore, vicino agli Hagi Notable. Ho scoperto infatti che al di sopra dei Gran Notable c’e’ una cerchia ristretta di persone ancora piu’ importanti. Se infatti una persona compie l’Hagi, ovvero il pellegrinaggio alla Mecca ed e’ un Notable, allora verra chiamato Hagi Notable e questo gli da il diritto di portare un particolare copricapo e ad essere trattato con il massimo rispetto da chiunque.

Tutta la cerimonia e’ un misto di antiche tradizioni mescolato con l’islam e potervi partecipare in prima persona e’ stata un’esperienza emozionante. Io non sono una persona religiosa ma vedere tutte quelle persone riunite in una sorta di grande rito collettivo aveva un qualcosa di mistico… 


venerdì 13 luglio 2012

Il Cielo...


Oggi ci siamo appostati per attendere i delfini nella baia e mentre ero disteso sul bodo della barca ho guardato verso l’alto. In cielo c’erano poche nuvole e si muovevano lente mentre la barca mi cullava con il suo rollio. E’ stato allora che ho visto il cielo di un colore blu pastello intenso cosi’ diverso dal nostro, molto piu deciso. Poi i delfini sono arrivati e quindi bisognava lavorare. Maledetti…

giovedì 12 luglio 2012

Domanda e Offerta...

Una tra le leggi del mercato si fonda sulla domanda e sull’offerta. Ovvero  ad un’offerta di un qualunque bene di consumo, corrisponde una domanda dello stesso oggetto. Il prezzo poi viene stabilito dall’oscillazione di questi due grandi insiemi. Generalmente maggiore e’ la domanda di un oggetto maggiore sara’ il suo prezzo, mentre se e’ maggiore l’offerta, il suo prezzo tendera’ ad abbassarsi. In questo modo il mercato tende ad autoregolarsi. Sia chiaro, non sono un economista e quindi questa e’ una spiegazione molto spiccia e semplicistica e forse nemmeno del tutto corretta.

Qui alle Comore ho visto che questa legge non esiste, e praticamente non esiste un mercato interno. Ovvero quando una persona non ha un lavoro compra all’ingrosso un mucchio di cianfrusaglie e beni di consumo inutili, come ciabatte di gomma, dentifrici, profumi, saponi e li vende. Fin qui niente di male, ma la cosa piu’ incredibile riguarda la concorrenza, che non esiste.

Ovvero tutti vendono le stesse cose, allo stesso prezzo. Il risultato e’ che non esiste un prodotto di qualita’ essendo oramai morto il mercato interno. L’unica cosa che ho visto avere una qualita’ migliore, e quindi un prezzo diverso, sono le banane. Quelle di una certo posto sono considerate le migliori e quindi vendute ad un prezzo piu’ alto, ma ovviamente nessuno si e’ mai sognato di venderle ad un prezzo piu’ basso  per aumentare i guadagni. Credo che qui sia arrivata solo la religione dai paesi arabi, mentre e’ quasi assente la cultura del commercio…

mercoledì 11 luglio 2012

Chi cerca trova…

Questa settimana abbiamo viaggiato verso nord per esplorare una nuova baia dove ci hanno detto che ogni giorno ci sono i delfini. La nostra prima uscita in barca e’ stata completamente infruttuosa, ma non ci siamo disperati e oggi sebbene non avessimo il favore del vento siamo usciti lo stesso.

Siamo arrivati in baia e dopo poco ecco che finalmente avvistiamo il nostro gruppo di delfini pronto per essere studiato. La giornata di lavoro e’ stata ottima, ma c’e’ una piccola nota di disappunto. Oggi il nostro pescatore non e’ potuto venire in barca dato che stava male e ha mandato un suo sostituto, un ragazzino a cui sta facendo training.

Credo ci sia stato qualche problema di comprensione dato che non rispondeva alle indicazioni con prontezza, ma aveva un ritardo sistematico di circa un minuto nel girare la barca. Capite bene che alla terza volta che urlo “Sinistra” e la barca continua ad andare dritta ho avuto un attimo di risentimento sfociato, , in un modo di dire molto veneziano che devo a mio padre, e che lui utilizzava spesso nei miei confronti quando non capivo: “sto imatonio dove xse che eo gha tira’ fora? Da queo dei colori?” ovvero in italiano “questo immattonito (persona dura di comprensione) da dove e’ uscito? Da quello che vende colori?”.

La traduzione non ha senso in italiano, ma vi posso assicurare che al momento rendeva perfettamente il senso del mio disappunto…

Il Fratello della Zia di mio Cugino…

Una cosa ho capito qui alle Comore; se vuoi ricostruire le parentele devi munirti di pazienza, carta, penna e potrebbero esserti utili le conoscenze di matematica superiore, tanto sono complesse le relazioni familiari, dato che nella stessa casa ci possono essere due padri, un numero imprecisato di madri, sorelle e fratelli, che comporta un numero di zii e cugini che sfiora il numero dei granelli della sabbia del deserto, percio’ mi sono armato di pazienza e ho chiesto lumi ad Artadji…

Il concetto di base e’ che tutti quelli che vivono nella stessa casa formano una famiglia e considerando che e’ il marito che va a vivere nella famiglia della sposa la cosa si complica. Cominciamo con la famiglia base, ovvero un solo padre, il quale puo’ prendere fino a 4 mogli; che saranno quindi tutte mamme per un ragazzo cresciuto in quella casa e quindi ci saranno un numero imprecisato di fratelli e sorelle. Capite bene che con 4 mogli il numero delle zie e cugini aumenta a dismisura.

Passiamo poi alla famiglia allargata. Nella stessa casa ci sono due sorelle, con i loro rispettivi mariti. I figli si riferiscono alla zia e allo zio (rispettivamente sorella e relativo consorte della loro mamma biologica) come mamma e papa’ in ogni caso, e ai figli di questa coppia non come cugini ma sempre come fratelli. E’ come se esista una grandissima fratellanza che accomuna tutti, che va oltre il legame del sangue. E’ una delle parti che compongono questo enorme salvagente sociale che esiste in questa parte di Africa, ma che alle volte ti tiene stretto e non ti fa andare via.

Una piccola curiosita’. In ogni casa, il primo figlio maschio, indipendentemente dall’eta’ che ha, deve essere rispettato da tutte le sorelle presenti anche se piu’ vecchie di lui. Ad esempio Artadji mi ha detto che se sua sorella maggiore vuole andare in qualche posto o fare qualcosa deve prima chiedere a lui il permesso e se lui non e’ d’accordo non se ne fa niente. In assenza del padre poi, il primo figlio maschio e’ il capofamiglia a tutti gli effetti ed e’ il vero signore della casa, dato che non si fa niente senza che lui non dia il suo assenso, dall’accensione del generatore per la corrente, all’uso della macchina e via dicendo.

Ripensavo con un sorriso alle conquiste dei paesi nordici sui diritti civili, alla parita’ tra i sessi e come applicarle qui…

lunedì 9 luglio 2012

Esploratori...

Oggi si parte verso nord in missione eplorativa. Abbiamo infatti avuto una soffiata; pare che ci sia una baia dove ogni giorno e’ possibile vedere i delfini. Quindi prepariamo armi e bagagli e ci dirigiamo al puntu di partenza, la stazione nord degli autobus. Confesso che predere un’autobus Africano dopo molto tempo e’ sempre un’esperienza da ricordare.

Appena arriva il nostro mezzo parte un vero e proprio assalto alla diligenza in cui si sale e si occupano i posti necessari. Poi quando la battaglia e’ finita e le posizioni consolidate allora si caricano i bagagli fino a stipare il bus all’inverosimile; rimango sempre sorpreso dalla capacita’ di carico dei mezzi locali sia per quantitativo di persone (29) sia per quello di merci. Appena ci sentiamo schiacciati come sardine ed immobili e’ il segnale che il mezzo e’ pronto a partire e allora via che si va verso Djoumani!

Piccola nota personale. La mia capacita’ di dormire in ogni luogo e in ogni condizione e’ invidiabile, ma qui in Africa ha raggiunto la perfezione. Sebbene sia seduto in una posizone scomodissima, su un mezzo rumoroso, e su una strada piena di buche dormo per tutto il viaggio come un bimbo in culla.

Arriviamo al villaggio per discutere con i pescatori, per trovarne uno disponibile ad accompagnarci con la sua barca nella nostra ricerca e dopo una trattativa riusciamo a strappare un buon prezzo. Dopo aver discusso chiediamo il nome del nostro nuovo pescatore e sembra esserci lo zampino della mia baraka anche questa volta. Si chiama Djouma, come il pescatore che mi porta sempre in barca in capitale: sento gia’ che sara’ un successo…

domenica 8 luglio 2012

I giochi della gioventu'...

In questi giorni il traffico in capitale e’ parzialmente bloccato per un’avvenimento particolare: qui alle Comore per la prima volta si svolgono i Giochi della Gioventu’ dell’Oceano Indiano. Ricordo con particolare piacere questa manifestazione sportiva, che cercava di aumentare nelle scuole l’amore per gli sport, particolarmente per l’atletica leggera.

Oggi mentre stavamo rientrando dall’uscita in barca abbiamo visto sulla battigia una delle manifestazioni sportive, ma non sono riuscito ad intuire cosa. Ma e’ stato bello comunque vedere e sentire la passione di questi ragazzi. Mi ha fatto ricordare quando ci partecipai anni fa e ho uno splendido ricordo di quell’evento sportivo, in cui mi sono sentito parte di un qualcosa. Non ho brillato nella mia competizione, ma ho capito appieno lo spirito di De Coubertin.  In quel momento ho colto il significato profondo del detto “l’importante non e’ vincere, e’ partecipare”. Se hai dato tutto te stesso non devi avere rimpianti per il risultato…

sabato 7 luglio 2012

Gli ultimi saranno i primi ...

Recita il vangelo di Matteo e mi permette di introdurvi una piccola scoperta. Qui in Africa non ho spesso molto tempo per leggere, ma questa volta ho deciso di portarmi un libro molto particolare: “Il banchiere dei poveri”. Una specie di cronistoria romanzata in modo efficace sulla folle idea del microcredito: ma cos’e’ questo microcredito?

Nel suo libro il professor Yunus, tenace e agguerrito professore di economia in Bagladesh, racconta la spietatezza del sistema bancario che concede prestiti solo a chi possiede delle garanzie per poterli ripagare. Il nostro docente invece ebbe un’idea semplice e rivoluzionaria: fornire prestiti (si parla di piccolissime somme di denaro) ai piu’ poveri tra i poveri. Essi infatti non possono risollevarsi solo con la forza delle loro idee, perche’ schiacciati da un sistema bancario da un lato, e da un sistema sociale dall’altro lato, che non consente loro di liberarsi dalla poverta’.

Questi piccoli prestiti sono il modo, la miccia che accende il fuoco del riscatto e permette loro, attraverso le loro idee e la loro iniziativa di intraprendere piccole attivita’ remunerative che consentono loro di risollevarsi e di ripagare il prestito completamente nel 97% dei casi. La Banca Grameen, fondata da Yunus nel 1977, ha contribuito a risollevare dalla poverta’ piu’ di 10 milione di persone solo in Bangladesh. La battaglia contro la poverta’ e’ solo all’inizio ma leggendo questo libro ho capito una cosa: probabilmente se il mondo occidentale, che da solo usa il 94% delle ricchezze del pianeta nonostante ne rappresenti solo il 40%, avesse la volonta’ di sconfiggere la poverta’ la lotta sarebbe stata vinta anni fa…

Questo libro mi richiama anche un’altra storia che riguarda i poveri: Il “Barefoot College” di Bunker Roy. Questo eccentrico, e per certi versi pazzo, indiano ha fondato questa particolare universita’ solo per i piu’ poveri; non vi racconto di piu’ ma vi rimando alla presentazione che fece circa un anno fa.
Guarda qui!

Entrambe queste persone lottano contro un sistema che esclude completamente gli ultimi della terra. E’ una lotta folle, quasi fossero Don Chisciotte contro i mulini a vento eppure lentamente stanno facendo qualcosa; come direbbe Ghandi “sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Ma c’e’ un’altra frase del Mahatma che che puo’ riassumere queste due storie.

“All’inizio ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono e alla fine vinci”

venerdì 6 luglio 2012

Colours...

“Deep inside the border … children are crying fighting for food…holding they head … breaking their bread wth a stone …”

“Nel profondo delle periferie … bambini piangono combattendo per il cibo … si tengono la testa … rompono il pane con una pietra …”

Oggi stavo ascoltando questa meravigliosa canzone di Phil Collins mentre ripensavo all’Africa, a tutti i suoi uomini, donne e bambini e alle nostre vite cosi’ lontane in ogni senso da questo posto. Quando guardo i bambini che corrono, scalzi, con i vestiti logori e sporchi, non posso fare a meno di pensare alla mia infanzia, piena di possibilita’, di diritti.

Ogni volta che vedo questi bambini che giocano, o i giovani che stanno seduti all’ombra dei muretti aspettando qualcosa, mi chiedo quale futuro c’e’ per loro. Mi chiedo il perche’ di tanta ingiustizia. Non riesco a non farmele queste domande, arrivano da sole. Solo che non arriva mai la risposta…

giovedì 5 luglio 2012

Manama…

Qui alle Comore ho capito che le persone singole sono niente e tutto si fonda sulla famiglia. Avere una famiglia equivale alla differenza tra vivere e morire, ma soprattutto ogni tua azione ricadra' poi anche sulla tua famiglia. Per cui se un Gran Notable esercita il suo potere di Olawa (Guarda qui), ovvero ti scaccia dal villaggio, questa maledizione non ricadra’ solo su di te, ma anche su tutti I tuoi cari.

Oggi mentre ero in barca il nostro pescatore di fiducia, Juma, mi stava parlando e mi ha detto una parola per molte volte senza che riuscissi a capirne il significato appieno, ma poi ho compreso cosa voleva dire. Mi ha detto indicandosi e poi facendo lo stesso con me la parola “Manama” che significa “Fratello”…

Si, oggi ho aggiunto un altro pezzo alla mia grande famiglia africana che qui mi ha accolto l’anno scorso. Quando sono arrivato qui ero da solo ma poi piano piano una Mama mi ha adottato, ho allargato la mia famiglia con il Governatore delle regione di Bangua e adesso ho un fratello. Non saro’ mai solo qui in Africa…

mercoledì 4 luglio 2012

Lezioni di comoriano...

Oggi dopo l'uscita in barca, Artadji, anzi, il Dottor Attoumane, e' salito in cattedra e ci ha fatto la prima lezione di comoriano. Il Comoriano e' una lingua che deriva da un mix di Swahili e di Arabo e devo dire che e' veramente difficile con dei suoni per noi difficilmente riproducibili, ma la particolarita' incredibile e' che si e' cominciato a scrivera circa 30 anni orsono, prima la lingua esisteva solo come suono, non come parola scritta, ed in questi anni verranno fissate tutte le regole grammaticali della neo lingua comoriana; infatti al momento non ci sono tutti i termini, ne tutta la grammatica.

Infatti appena comincia la lezione partiamo dalla coniugazione dei verbi e subito ci sono due lezioni per me sconvolgenti. La prima e' che i verbi vengono preceduti da un avverbio di tempo che ne indica il momento in cui si svolge l'azione, e la seconda riguarda l'ausiliare essere; semplicemente non esiste! Si avete letto bene, non si puo' dire in comoriano "Io Sono". Sembra quasi che il senso dell'esistenza non possa essere relegato alla semplice parola, che non si possa dire che qualcuno esista di per se stesso.

Infatti per definire qualcuno, si aggiunge un aggettivo al soggetto senza usare il verbo essere: ovvero per dire "Io sono bello" si dice "Io bello". Abbiamo poi provato a parlare, per quel poco che conoscevamo a Djuma, nostro pescatore, e lui continuva ad usare gli infiniti. Abbiamo chiesto lumi ad Artadji e ci ha risposto che lui parla per infiniti perche' non e' andato a scuola e quindi nessuno gli ha insegnato la grammatica della propria lingua. E' come se in Italia ci fosse qualcuno che parlasse "Io andare a casa". Sono rimasto a bocca aperta...

martedì 3 luglio 2012

Pit Stop...

Il pit stop e' un momento particolare delle corse automobilistiche, come la formula uno, in cui  un corridore puo' rietrare ai box per effettuare il cambio gomme in caso di pioggia o di usura. Passeggiando per le vie di Moroni, la apitale delle Comore ho notato come avviene il cambio gomme...

Davanti ad uno spiazzo pieno di rottami , un vero cimitero di automezzi, opera il nostro gommista. Ci sono fondamentalmente due tipologie di clienti; chi arriva con la macchina e chi invece smonta a casa la ruota e poi la fa rotolare fino al negozio.

in entrambi i casi l'esperto osserva attentamente la gomma da sostituire e poi comincia a cercarla tra i modelli disponibili in casa o nel parco rottami. All'inizio credevo cercasse il modello, ma poi mi sono dovuto ricredere. In realta' quello che cerca non e' il modello, ma la gomma che pu' assomiglia per larghezza e diametro a quella da cambiare. Ovviamente quale migliore confronto della prova empirica?

Il metodo scientifico e' applicato con rigore; per prima cosa si accostano i due penumatici per controllare il diametro e poi si confrontano le larghezze e se tutto combacia abbiamo individuato la gomma. Se anche il cliente e soddisfatto, si procede al cambio e poi al gonfiaggio. Ah dimenticavo di dirvi che il nostro gommista non sempre dispone di un compressore e quindi gonfia le ruote con una pompa per bicicletta. Fortuna che non ha decine di clienti o morirebbe sfinito...

lunedì 2 luglio 2012

Dogma ed il senso del peccato…

Il dogma e' una verita' inconfutabile ed incontrovertibile e viene prevalentemente usata in ambito religioso, come la parola peccato, parola di origine latina che in passato si riferiva alle persone che avevano commesso un reato. La sua accezzione moderna invece riguarda molto spesso la sfera religiosa, e indica una comportamento o un'azione proibita o una trsgressione di alcuni dogmi.

Le religioni impongono l'accettazione di alcune verita' e di alcuni dogmi per fede che generano quindi una serie di situazioni o comportamenti che devono essere evitati. Nella religione cristiana ogni individuo nasce gia' impuro, con il peccato originale, che il battesimo, primo dei sacramenti, deve mondare dall'anima del nascituro, per permettere il suo ingresso nella comunita'.

Qui alle Comore L'islam e' religione di stato e pone una serie di paletti molto rigidi su parecchie abitubini giornaliere; 5 preghiere al giorno, il divieto di mangiare e bere determintati cibi, e soprattutto rigide norme di vita familiare e coniugale. tutto quello che trasgredisce queste regole, ricade nella sfera del Fadi, del taboo, del proibito...

Il "proibito" ha sempre esercitato nell'uomo un perverso fascino, una tentazione mai sopita verso la trasgressione; forse fine se stessa? O e' solo per il gusto di provare il brivido di andare contro le regole? Parlavo con il Mercante di Pietre di questo sentimento e lui mi ha detto una bella frase, come sempre, che mi ha stimolato una riflessione. Mi ha detto "ricorda che se dici a qualcuno di non prendere quella strada, prima o poi lo faranno. Si chiederanno il motivo del perche' e' proibito".

Riflettendo su questa frase mi sono posto il motivo per cui vengono effettuati coportamenti che possiamo definire proibiti. Credo che oltre al desiderio ed al brivido di commettere un atto impuro, ci sia, almeno per me, anche la voglia di conoscere il motivo di tale divieto, cio' che si cela dietro al muro. Spesso nelle religioni una verita' viene accettata senza mettere in pratica il dubbio, che dovrebbe essere metodico per ogni uomo di scienza.

Una volta uno dei miei professori, che considero come un mio Mentore, durante una lezione mi stava rispiegando un processo chimico all'interno della cellula che non avevo compreso appieno. Quando fini' mi chiese se avessi capito; non avevo tutti gli strumenti per farlo e mi scappo’ un nefasto “mi fido”. Lui mi guardo molto serio e mi apostrofo’: “Ci si fida e si crede solo in chiesa, qui no. Qui si dubita e sperimenta.”. Sagge parole…

domenica 1 luglio 2012

Dottore , Dottore, Dottore del buso del ...

Questa bella canzoncina viene spesso cantata ai neo laureati dell’Universita’ di Padova. Oggi non potro’ cantarla qui alle Comore, ma sara’ una grande giornata lo stesso. Oggi sono stati proclamati i ragazzi del Master in Biodiversita’ dell’Universita’ delle Comore, i primi 15 del loro paese ed e’ stata una festa bellissima…

Oggi dopo una buona uscita in barca mi sono recato all’universita’ e ho incontrato gli studenti accompagnati dalle loro famiglie; un variegatissimo patchwork di vite in cui ho visto donne in burqa (il velo integrale) assieme a madri vestite all’occidentale con solo un velo che le copriva le spalle. Mille donde mi hanno colto in quel momento, ed una su tutte; come conciliare qui fede e scienza, ma tutto e’ svanito quando e’ cominciata la cerimonia.

Alla presenza del rettore e del ministro dell’istruzione i ragazzi vengono chiamati e proclamati laureati in biologia. Appena sento il nome di Artadji trattengo il fiato finche’ il ministro pronuncia il voto ed e’ il massimo! Lui si alza con un urlo spontaneo e liberatorio guardandomi mentre provo una gioia travolgente e tutto il resto diventa quasi ovattato fino al rompete le righe.

Confesso che quando si avvicina a me non resisto e ci abbracciamo con un pianto quasi liberatorio, mentre sento membri della sua famiglia che mi ringraziano per aver aiutato questo meraviglioso studente. Non sanno quanto io debba ringraziare loro, tutti loro.

E’ come un film che scorre di fronte a me; il nostro primo incontro all’aeroporto, l’Africa, Ourveni, le lezioni, uscite in barca, risate, le stelle, Itzunzu, la barca, Djuma, il vulcano Karthala. Tutto questo e molto di piu’ si condensa in un attimo che mi, che ci travolge entrambi in un fraterno abbraccio. Non ci siamo detti altro, non serviva di certo…