mercoledì 14 settembre 2011

Volare...

Ci siamo, ecco che si parte. La sveglia trilla alle 04:00 e ovviamente abbiamo dormito come al solito poco dato che mi sono trovato all'ultimo giorno(ieri) per finire di preparare tutto, perché questa volta mi porto via del materiale di laboratorio che ho dovuto sterilizzare e quindi come al solito mi sono preso tardi, ma alla fine ce l'ho fatta. Partiamo e arriviamo che e' ancora notte, sono da poco passate le cinque, e dopo il check-in io e la mia metà del cielo ci salutiamo e salgo in aereo, destinazione Parigi...

Il viaggio e' rapido e soprattutto sono ancora in Europa, attorno a me ci sono turisti, ma soprattutto vedo molti "colletti bianchi", con vari laptop, tablet, smartphone e prima di addormentarmi sento qualche spezzone di conversazione "... la transazione dovevamo farla prima della caduta...", "... con la compagnia sono stato a Francoforte per una fusione ...", "... sto arrivando a Parigi, pranziamo assieme prima che riparta per New York? ..."; mi sono chiesto se queste persone abbiano anche una vita sulla terra oppure vivano solo su un aeroplano...

Mi risveglio a Parigi e mi avvicino al mio gate di partenza ed ecco una delle porte dell'Europa multietnica. Qui s’incrociano migliaia di volti ogni giorno che vanno e vengono. Soprattutto mi accorgo di una cosa appena salgo sul mio volo; i bianchi sono calati notevolmente e la maggior parte delle persone appartiene a quella che viene definita la Francofonia, ovvero tutte le ex colonie francesi sparse per il mondo. Ho ancora la sensazione di essere un Muzungu (un bianco), ma so che durera’ poco…

Finalmente tocchiamo terra, e appena scendo osservo il cielo, purtroppo ci sono troppe nuvole e non si vede molto, ma sono in Africa e mi accorgo di una cosa; qui fa freddo: l’aeroporto non e’ proprio a livello del mare e devo dire che la giacca non mi da affatto fastidio. Transfer rapido in albergo dove mi aspettano ben 4 ore di sonno dato che domani alle ore 7 parte il mio volo per le Comore, quindi meglio cercare di riposare almeno un po’…

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