Dovevo svegliarmi alle 04:00 per farmi una doccia; mi sveglio da solo alle ore 5:10 e guardo subito il cellulare domandandomi come mai non abbia suonato la sveglia e immediatamente realizzo che sono un tantino sbadato: ho messo si la sveglia, ma mi sono scordato di cambiare l’ora. Riesco in ogni modo a prepararmi in velocita’ per prendere il transfer delle 05:30 che mi porta all’aeroporto. Imbarco rapido e comincia il valzer dei voli. Infatti oggi devo cambiare ben 2 volte: il primo e’ un volo interno, mentre il secondo finalmente mi portera’ alle Comore.
L’unico intoppo avviene poco prima di prendere il volo per uscire dal Madagascar. La polizia di frontiera mi dice che non posso andarmene perche’ mi manca il visto per le Comore; io rispondo che la scorsa volta feci il visto quando arrivai e non ci fu problema. La guardia fa un po’ la faccia strana e poi mi bofonchia qualcosa in francese sottovoce che contiene una parola che comprendo fin troppo bene “argent”, ovvero soldi. Io rispondo tranquillamente che non ci sono problemi, che se non posso passare m’imbarco subito sul primo volo per Parigi e torno a casa. La guardia mi restituisce il passaporto e mi dice che posso passare…
Salgo sul mio volo, rigorosamente ad elica, e tutti si voltano verso di me, un muzungu che va alle Comore? Io oramai so come rompere il ghiaccio e subito pronuncio la formula magica “Salam Aleikum!” e tutto l’aereo in coro “Aleikum Salam”. Tutti ridono e cominciano le domande che mi tengono sveglio fino all’arrivo alle Comore. Nota particolare; il biglietto che mi hanno dato non ha un posto assegnato e ovviamente vi voglio ricordare che l’aereo, come ogni mezzo di trasporto, non ha un orario fisso, in Africa parte solo quando e’ pieno…
Tocco terra e quando esco ecco il caldo africano da pentola a pressione, che durante il giorno non ti abbandona praticamente mai fino alla notte. Percorro a piedi la strada fino alla dogana per fare il visto ed ecco che il cerchio si chiude, l’ultima persona che ho incontrato alle Comore prima di andarmene e’ la prima che ritrovo adesso; e’ Artadji, il mio studente. Ci gridiamo Salam Aleikum da un capo all’altro della stanza, ci abbracciamo con forza e sento tutto il Grande Cuore dell’Africa che mi accoglie nuovamente…
La prima frase che mi dice e’ meravigliosa “Sei cosi’… Bianco! Spero che tu abbia la tua crema o rischi di scottarti”. Mentre usciamo mi avvisa che c’e’ qualche problema ultimamente alle Comore. Sembra che ci sia un problema di rifornimento di petrolio che crea notevoli black out e lentezza nei trasporti. Me ne accorgo subito dato che dopo aver contrattato troviamo una macchina che ci porta agli alloggi per 10 euro. Stento a crederlo, ma quando vedo una pompa di benzina circondata da decine di persone con le taniche capisco che la situazione e’ abbastanza seria; appena arrivo nella mia stanza ecco il mio ritorno alle origini; una bella doccia con i secchi e poi una bella dormita. Per pensare ai problemi c’e’ ancora domani, oggi mi riposo…
L’unico intoppo avviene poco prima di prendere il volo per uscire dal Madagascar. La polizia di frontiera mi dice che non posso andarmene perche’ mi manca il visto per le Comore; io rispondo che la scorsa volta feci il visto quando arrivai e non ci fu problema. La guardia fa un po’ la faccia strana e poi mi bofonchia qualcosa in francese sottovoce che contiene una parola che comprendo fin troppo bene “argent”, ovvero soldi. Io rispondo tranquillamente che non ci sono problemi, che se non posso passare m’imbarco subito sul primo volo per Parigi e torno a casa. La guardia mi restituisce il passaporto e mi dice che posso passare…
Salgo sul mio volo, rigorosamente ad elica, e tutti si voltano verso di me, un muzungu che va alle Comore? Io oramai so come rompere il ghiaccio e subito pronuncio la formula magica “Salam Aleikum!” e tutto l’aereo in coro “Aleikum Salam”. Tutti ridono e cominciano le domande che mi tengono sveglio fino all’arrivo alle Comore. Nota particolare; il biglietto che mi hanno dato non ha un posto assegnato e ovviamente vi voglio ricordare che l’aereo, come ogni mezzo di trasporto, non ha un orario fisso, in Africa parte solo quando e’ pieno…
Tocco terra e quando esco ecco il caldo africano da pentola a pressione, che durante il giorno non ti abbandona praticamente mai fino alla notte. Percorro a piedi la strada fino alla dogana per fare il visto ed ecco che il cerchio si chiude, l’ultima persona che ho incontrato alle Comore prima di andarmene e’ la prima che ritrovo adesso; e’ Artadji, il mio studente. Ci gridiamo Salam Aleikum da un capo all’altro della stanza, ci abbracciamo con forza e sento tutto il Grande Cuore dell’Africa che mi accoglie nuovamente…
La prima frase che mi dice e’ meravigliosa “Sei cosi’… Bianco! Spero che tu abbia la tua crema o rischi di scottarti”. Mentre usciamo mi avvisa che c’e’ qualche problema ultimamente alle Comore. Sembra che ci sia un problema di rifornimento di petrolio che crea notevoli black out e lentezza nei trasporti. Me ne accorgo subito dato che dopo aver contrattato troviamo una macchina che ci porta agli alloggi per 10 euro. Stento a crederlo, ma quando vedo una pompa di benzina circondata da decine di persone con le taniche capisco che la situazione e’ abbastanza seria; appena arrivo nella mia stanza ecco il mio ritorno alle origini; una bella doccia con i secchi e poi una bella dormita. Per pensare ai problemi c’e’ ancora domani, oggi mi riposo…
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