mercoledì 20 aprile 2011

On y va à Comores

Ci siamo, si parte per le Comore. L’arrivo all’aeroporto e’ da manuale della puntualita’ ma e’ qui che cominciano i problemi veri e propri. Si perche’ mi avevano avvisato che ho a disposizione solo un bagaglio a mano, ed un bagaglio da mettere in aereo, ma non pensavo che fossero cosi’ tassativi. Il mio bagaglio non ci sta per ragioni di sicurezza e quindi non c’e’ modo di piangere, urlare o provare a corrompere (ci ho provato, ma senza successo), l’unico cosa che riesco a spuntare e’ che mi posso portare due bagagli in cabina e l’altro bagaglio mi verra’ spedito con il prossimo volo. Non esiste altra possibilita’e quindi mi devo rassegnare. Faccio tutte le carte necessarie e attendo il mio volo. Mi fa compagnia in questo mio ultimo viaggio un gorilla pugile (che vi consiglio di non far arrabbiare) e un libro che mi ha dato la mia meta’ del cielo, Ebano di Riszard Kapuscinski ( ve lo consiglio caldamente). Bene oggi ho scoperto una cosa mentre attendevo che il mio aereo arrivasse e partisse con quasi due ore di ritardo: che un aereo in africa parte quando e’ pieno...

Il meglio pero’ e’ l’aereomobile; sembrava un DC-9 della seconda guerra mondiale. Vola ad elica e balla da impazzire. Ammetto di aver avuto un po’ di paura ma oramai che posso fare? Tornare indietro non si puo’ dopo tutto il casino che ho fatto e quindi l’unica e’ salire con un incosciente sorriso mentre penso al fatto che un aereo cosi’ non l’ho mi preso. Prendo posto in un aereo piccolo e carico di umanita’. Ci sono altri due bianchi assieme a me, e sembrano turisti non viaggiatori. Tutti gli altri sono comoriani che tornano a casa.

Arrivo e sembra una festa, sono arrivati tutti a prendermi e mi sento trattato quasi da persona importante, saliamo in macchina ed ecco che ci dirigiamo verso l’albergo. Anche questa e’ Africa, ma forse ci sto facendo l’abitudine; quello che faccio fatica invece a sopportare e mi ci vorranno dei giorni e’ il caldo. Non e’ il caldo europeo, nemmeno quello delle Maldive; qui qualcuno ha lasciato qualcosa sul fuoco dall’alba dei tempi e non ha mai spento il gas: fa caldo in modo terribile! Dopo i convenevoli vengo lasciato in albergo perche’ ci troviamo subito a cena con alcuni responsabili del progetto. Vado in camera e il primo impatto e’ buono, m poi vedo il bagno e osservo meglio la camera.

“… questa e’ l’africa …” risuona nella mia mente mentre mi avvicino alla doccia e noto con piacere che il tubo non funziona benissimo e l’acqua calda e’ rotta. Ora comprendo il motivo del secchio vicino alla doccia. Tu prendi l’acqua fredda, riempi il secchio e lo lasci li che si scaldi, cosi’ hai anche l’acqua calda: mi sento molto un colono mentre mi lavo con i secchi, ma e’ cosi’ affascinante che non posso fare a meno di riderci su. Fatta la doccia mi aspetta una bella cena in cui vedo i locali mangiare cibi freddi ed io mi faccio attrarre da una bella bistecca con verdure bollite. Ora capisco tutto, da solo bevo 4 litri di acqua tra le loro risate dato che ne avro’ sudati altrettanti. Mi resta solo il tempo dopo cena di andare a controllare la posta e cominciare il Blog. Da notare che le Comore hanno cominciato giusto d aprile a dotarsi di fibra ottica, che significa collegamenti a singhiozzo. Una nota sul cielo africano: tutto quello che vi hanno detto e’ una balla, e’ talmente bello che non posso descriverlo. Appena fa buio le stelle in cielo sono cosi’ tante e vicine che ti verrebbe voglia di prenderle e mettertele in tasca…

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