martedì 19 aprile 2011

IVATO, aeroporto di Antananarivo.Africa…

La notte e’ passata al meglio. Una doccia ed una corroborante dormita mi hanno dato forza. La pioggia deve essere caduta incessante per tutta la notte, almeno ha completamente rinfrescato la calura africana. Oggi ho una missione importante trovarmi un altro albergo. Si perche’ e’ avvenuto un disdicevole evento. Il mio albergo non e’ stato prenotato per una incomprensione e dimenticanza mia. Ammetto che alla sera mi ero disperato e mi vedevo gia’ sbattuto fuori alla mattina del giorno dopo a girovagare per un villaggio chiedendo aiuto: certo la sto facendo tragica, ma devo ammettere che mi sono sentito abbastanza abbandonato a me stesso a migliaia di miglia da casa, solo in un paese straniero con difficolta’ linguistiche: praticamente una facile preda di spiacevoli eventi, ma che ho evitato. L’albergatore direi mortificato per la situazione mi procura immediatamente una stanza per dormire in un albergo di sua fiducia. Mi rilasso immediatamente e la ma giornata migliora di colpo, ma non troppo…

Provo ad uscire dall’albergo per cercare un internet point, ma dopo alcune centinaia di metri rinuncio. Ero l’unico bianco, un po’ come un faro per naviganti notturni. Sulla strada mi sono trovato in mezzo a carri trainati da buoi, sporcizia, venditori ambulanti, ma soprattutto bambini  con abiti logori e sporchi che continuamente chiedono “ Messier, a-tu quel que choisie pur manger ?”, “Signore, ha qualcosa per mangiare?”. Mi hanno raccomandato di non dare soldi a nessuno ma quegli occhi supplicanti e credo veramente affamati, quelli mi fanno veramente male, cosi’ tanto che preferisco tornare indietro, non riesco a proseguire. Vorrei fare delle foto, ma non posso farlo. Sono uomini, non attrazioni, condannati alla miseria anche da noi. Hanno una dignita’ e non vedo perche’ dovrei violarla, presentandoli sporchi, con gli abiti bucati e logori, quando gia’ violentiamo il loro continente con i nostri occidentali interessi?

Torno indietro quasi di corsa e mi siedo nel mio occidentale albergo guardando dalla finestra. Mi avevano raccontato l’africa, la miseria: avevano detto che sarebbe stato forte, e pensavo di essere preparato, ma non lo si e’ mai abbastanza di fronte a certe cose. Oggi mi vergogno nel vedere che cosa e’ diventato questo continente, come lo abbiamo sfruttato, impoverito, brutalizzato. Ha cominciato a liberarsi dal gioco coloniale 50 anni fa ed i paesi liberati erano partiti con i migliori auspici cercando di portare liberta’, ma soprattutto istruzione e benessere e invece hanno preso il peggio che si potesse prendere da noi. Forse esagero, esistono anche realta’ positive, ma oggi ho molta rabbia in corpo per la mia impotenza di fronte a questa situazione che non riesco a scrivere diversamente. Oggi ho visto una delle mille faccia dell’africa e mi ha fatto male, ma quegli occhi, supplicanti, quelli non li dimentichero’ piu’…

Prima della cena ecco giungere il tramonto e comincia la guerra, ovvero la guerra agli insetti! L'albergo non ha la zanzariera quindi mi devo attrezzare con repellenti vari, creme e soprattutto sterminare di persona le zanzare rimaste all'interno. Dopo una dura lotta il tramonto e' finito e comincia la buia notte africana.  Oggi come ieri niente stelle, ma le nuvole si avvicinano e comincia una pioggia torrenziale, il cielo fa cadere fiumi di acqua sull'Africa e qui tutti muoiono di sete (ragazzi del L.A.S.A. credo che dovremmo venire qui e fare una sistema di recupero di acqua piovana). La cena devo dire che e' stata veramente ottima e mentre la gusto faccio un po' di pratica con il cameriere che non sa l'inglese e quindi il francese e' d'obbligo. Complice un'inspiegabile problema di roaming non posso chiamare e devo dire che non parlare italiano per 2 giorni sta giovando e molto al mio francese.

Dopo cena resto in veranda ad ascoltare la pioggia che cade. Ho modo di vedere quali sono gli altri abitanti del mio albergo e noto con orrore un'altra iaga di questi luoghi: il turismo sessuale. Si perche' ecco arrivare uomini di mezza eta' accompagnati da ragazzine che faranno a malapena le superiori. Gli uomini ricambiano con vergogna il mio sguardo di disprezzo mentre le ragazze, che potrebbero essere le loro figlie o peggio nipoti, fingono di non vedermi; per loro e' un modo per riscattarsi dalla miseria. Ma una cosa rallegra la mia giornata. E una coppia di giovani sposi di un villaggio vicino. Sono venuti qui a trascorrere due giorni in viaggio di nozze e mi fanno una tenerezza incredibile; si sono fatti portare la cena in camera e gli auguro in di gustare ogni piacere che la notte gli possa fornire. Piove sempre a dirotto e ho deciso di scrivere qui fuori mentre il resto del mondo sembra fermo. Qui in Africa va tutto piano, il tempo e' rallentato, soprattutto di giorno, non passa mai. Domani mi imbarco per le Comore, ma sara' domani. Stanotte non vedro' ancora le stelle, ma questa pioggia rinfresca un po' unaltra torrida notte africana...

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