lunedì 28 novembre 2011

Bill...

Oggi stavo camminando per dirigermi al congresso, quando al semaforo mi ha fermato un barbone, uno dei tanti che affollano le strade americane, con i loro carrelli della spesa in cui scarrozzano tutti i loro pochi averi. Si e' avvicinato con discrezione non chiedendomi subito dei soldi, e non aveva nemmeno laria del classic clochard; voleva sapere il motivo delle mie passeggiate giornaliere. Gli ho spiegato che c'era un congresso in corso e quella era il mio tragitto dalla strada all'albergo. Mi ha chiesto da dove venivo e molte altre domande e non curante dei semafori verdi che perdevo ci siamo messi a chiacchierare. 

Scopro che si chiama Bill e viene da uno degli stati del midwest, il Michigan. Li aveva una ferramenta e gli affari andavano molto bene, ma poi ha deciso di cambiare, seguendo quello spirito del "sogno americano", per cui anche se va tutto bene, puoi chiudere bottega e trasferti in un altro stato, ricominciare da zero e fare piu' soldi di prima. Si e' trasferito a Tampa circa 15 anni fa e ha cominciato un piccola attivita' nella vendita degli utensili da giardinaggio, per poi espandersi nel mercato delle costruzioni.

In quel momento fa una lunga pausa e sembra che la voce gli sparisca. Guarda il cielo e poi dice solo queste parole. "It was a real good life, till arrives crisis; it takes my job, takes my money, takes my whole life...". Non sapevo che dire ne che fare. Ho preso dei soldi e glieli ho dati; mi ha ringraziato e ci siamo stretti la mano, mi ha augurato buona fortuna, ma io non me la sono sentita di rispondergli in modo cosi' ipocrita...

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