mercoledì 30 novembre 2011

Il professore e lo studente...

Solo un piccolo posto nel turbinare di questo congresso. Quando parli ai professori, qualunque professore sia, lui ha sempre tempo per te, si siede, ma soprattutto ti ascolta. Si avete capito bene, non sta li a sentire quello che dici pensando ai fatti suoi come spesso accade in Italia; qui si siedono e recepiscono ogni singola sillaba e poi ti rispondono perche' vogliono aiutarti veramente, perche' credono che il mestiere del professore sia quello di insegnare, e soprattutto di farlo non da uno scranno di onnipotenza, ma quasi come un tuo pari con cui mettersi in gioco.

lunedì 28 novembre 2011

Bill...

Oggi stavo camminando per dirigermi al congresso, quando al semaforo mi ha fermato un barbone, uno dei tanti che affollano le strade americane, con i loro carrelli della spesa in cui scarrozzano tutti i loro pochi averi. Si e' avvicinato con discrezione non chiedendomi subito dei soldi, e non aveva nemmeno laria del classic clochard; voleva sapere il motivo delle mie passeggiate giornaliere. Gli ho spiegato che c'era un congresso in corso e quella era il mio tragitto dalla strada all'albergo. Mi ha chiesto da dove venivo e molte altre domande e non curante dei semafori verdi che perdevo ci siamo messi a chiacchierare. 

Scopro che si chiama Bill e viene da uno degli stati del midwest, il Michigan. Li aveva una ferramenta e gli affari andavano molto bene, ma poi ha deciso di cambiare, seguendo quello spirito del "sogno americano", per cui anche se va tutto bene, puoi chiudere bottega e trasferti in un altro stato, ricominciare da zero e fare piu' soldi di prima. Si e' trasferito a Tampa circa 15 anni fa e ha cominciato un piccola attivita' nella vendita degli utensili da giardinaggio, per poi espandersi nel mercato delle costruzioni.

In quel momento fa una lunga pausa e sembra che la voce gli sparisca. Guarda il cielo e poi dice solo queste parole. "It was a real good life, till arrives crisis; it takes my job, takes my money, takes my whole life...". Non sapevo che dire ne che fare. Ho preso dei soldi e glieli ho dati; mi ha ringraziato e ci siamo stretti la mano, mi ha augurato buona fortuna, ma io non me la sono sentita di rispondergli in modo cosi' ipocrita...

domenica 27 novembre 2011

Ombre...


Il mio albergo e’ poco distante dal centro congressi cosi posso fare il tragitto a piedi e ho potuto notare alcune cose interessanti: qui e’ tutto grande, quasi eccessivo; grattacieli a 30 piani, strade a 5 corsie, macchine con motori rombanti e ovviamente non mancano all’appello, loro, gli americani colmi di eccessi. Quelli che vivono qui li possiamo dividere in due grosse categorie; quelli che appartengono al ceto medio alto, che vanno in palestra, mangiano cibo sano e sono tutti belli, abbronzati ed eleganti. Dall’atra parte ecco  invece il rovescio della medaglia; cibi scadenti, magari fast food, nessuna attivita’ sportiva e si ritrovano obesi e sfatti.

Ma quello che mi ha colpito all’inizio e’ l’ombra. Il numero di grattacieli e palazzi e’ impressionante, tanto che per vedere il sole in certe zone bisogna aspettare mezzogiorno, prima c’e’ solo ombra in questo paese…

sabato 26 novembre 2011

Fuso Orario che passione…



Il pianeta terra e’ stato convenzionalmente diviso in 24 piccoli spicchi ed ogni spicco corrisponde all’incirca ad un’ora, cosi’ partendo dal meridiano di Greenwich, la cosiddetta ora "0”, ogni posto del mondo si trova sfasato di un numero di ore pari a quanti meridiani ci sono di distanza. L'orario a Tampa e’ sfasato di 6 ore, percio’ quando qui sono le 19 in Italia e’ gia’ l’una di notte.

Il problema e’ che il nostro organismo subisce questo cambio molto repentino, mentre un tempo per percorrere distanze cosi’ elevate ci volevano mesi e il corpo aveva il tempo per abituarsi. Quello che bisogna fare in questi casi e’ almeno cercare di aiutarlo, ma come? Un buon metodo credo sia di provare a dormire almeno verso le 23, che corrispondono alle 5 di mattina; almeno quello era il mio piano, che e’ miseramente naufragato…

Sono arrivato in albergo verso le 19 e dopo una doccia mi sono detto “prima di andare cenare mi riposo qualche minuto”. Mi sono steso a letto bello e vestito, solo che quando ho riaperto gli occhi tutto era buio attorno a me e il mio stomaco ululava dalla fame che avevo. Mi sentivo  stranamente riposato e avevo qualche timore a guardare l’orologio ed effettivamente era motivato; erano le 4 di mattina e non avevo piu’ sonno…

venerdì 25 novembre 2011

America...

Ebbene ci siamo. Complice un congresso in terra statunitense per la seconda volta nella mia vita solchero’ l’oceano Atlantico. Certo non sara’ come viverci, dato che saro' impegnato praticamente tutti i giorni, ma credo che questo non mi togliera’ la possibilita’ di poter osservare, parlare, in breve di raccontare qualche storia da qui, dal nuovo mondo…

Devo dire che la cosa mi affascina non poco. E’ la prima volta che vado negli “states” quella che da molti viene considerata una sorta di terra promessa, in cui praticamente ogni cosa e’ possibile. Partenza come sempre da Venezia, e mi auguro che per il 2011 sia l’ultimo viaggio; dopo oltre 35000 miglia di viaggi aerei passatemi la frase di Forrest Gump, “… sono un po’ stanchino…”.

Si viaggia in Delta e si nota subito una cosa nell’aereo; il personale di bordo e’ elegante, ma il clima diverso; quando arriva una sempre sorridente hostess esordisce con un “Hey Guys!” che mi trasporta quasi per un attimo in un ranch e mi sento molto cowboys!

 Atterraggio e ci siamo, solo che prima di toccare il suolo americano sono ancora nella terra di nessuno; ovvero mi dirigo alla dogana per tutti i controlli e vengo schedato per bene, tutte le impronte digitali e foto segnaletiche. Ci manca solo un'ispezione corporale e poi avrei fatto il servizio completo. Una cosa comunque la devo dire, qui si vede che e' pieno di americani... A-B-S-O-L-U-T-E-L-Y (tipica espressione americana ultra inflazionata)!

Tappa da Sbarro per prendere un trancio di pizza cosi' unto che stasera mi faro' gagarismi all'acido muriatico e poi via al gate per Tampa. Il viaggio e’ piacevole e incontro gia’ qualche faccia da congresso. Appena arrivo a Tampa ecco che vedo l’America in tutta la sua grandezza. Strade enormi, aeroporti enormi, palazzi enormi, e uomini e donne enormi! Il tassista che mi porta mi parla della Florida ma io sto guardando questo mondo di luci e colori che ti fa sembrare tanto un bimbo al luna-park. Arriviamo in albergo e crollo a letto, ma mi sono dimenticato del jet lag, ma questo ve lo racconto domani…

giovedì 24 novembre 2011

Trottola...

Oggi finalmente concludo una settimana di ricerca altamente impegnativa, come direbbe il comandante “Marcone bisogna intercettarlo quando sta ricaricando la molla della trottola…”. Si perche’ questa settimana ho ricaricato la molla tra Padova e torino per poi lanciarmi verso gli USA! Infatti grazie ad un congresso per la prima volta visitero’ gli Stati Uniti percio’ state a modino, come dice un mio amico toscano, e vediamo se riesco a raccontarvi qualche storia anche da qui…