Verso le feste molti bambini scrivono le letterine a Babbo Natale per avere i loro regali. Non siamo ancora nel periodo, e Santa Claus ha smesso di visitarmi da tempo. Percio' visto la manovra che sta per investirci, ho deciso di scrivere una bella lettera al governo chiedendo qualche lume. So che non mi ascoltera' nessuno, ma scrivere mi toglie un po' della rabbia per questa manovra che ci massacrera', e soprattutto colpira' sempre i soliti...
Caro Governo.
Io sono un precario della ricerca che vive con continui contratti precari e borse di studio. In questi giorni mi trovo negli USA per un congresso e oltre allo sconforto per il confronto con colleghi più giovani, ma che occupano già posizioni solide nel mondo accademico, leggo sulle pagine del suo giornale che si parla di un aumento degli anni di contributi, oltre la fatidica soglia “40”. Ho pensato alla mia situazione attuale (e come me molti altri precari), e ho fatto qualche semplice calcolo. Per chi vive con contratti precari 40 anni di lavoro non corrispondono a 40 anni di contributi e quindi un lavoratore, stando queste le regole, raggiungerà quota “40” dopo 45 o 50 anni di lavoro quindi ben oltre i 58 anni predetti dalla Dottoressa Marcegaglia in una dichiarazione fatta a Repubblica. Mi stupisce che la presidente di Confindustria non sappia che un giovane di 18 anni non avrà mai un impiego a tempo indeterminato come primo contratto, ma comincerà con forme contrattuali “atipiche”, discontinue nel versare contributi; se poi un ragazzo, come il sottoscritto, decide di frequentare l’università e lavorare nel mondo accademico, potrebbe raggiungere 40 anni di contributi anche a 75 anni. Di fronte a tutto questo mi sono chiesto quale sia l’equità’ di cui parla il Professor Monti. Non sono un esperto d’economia, ma mi domando ad esempio, perché prima di alzare l’età’ pensionabile non s’interviene modificando il mondo contrattuale, fornendo incentivi a chi elimina odiose forme di lavoro precario producendo, a mio avviso, una stabilità lavorativa che poi si tradurrebbe anche in una stabilità sociale?
Perché non e' stata introdotta una tassa sui grandi patrimoni? Ho letto che alcuni dicono che potrebbe essere recessiva non lo metto in dubbio, ma se una persona ha un patrimonio di un milione d’euro credo possa affrontarla senza troppi timori; discorso diverso invece per l’I.V.A. misura rapida per fare cassa, ma temo sia recessiva. Un medesimo pensiero e’ applicabile all’ICI; nessun problema a reintrodurlo, basta che non sia esteso a tutti, ma solo ai grandi immobili. Inoltre mi chiedo perché non si aumenta la tassazione sulle transazioni finanziarie. Credo inoltre che prima di modificare il sistema previdenziale, il governo dovrebbe operare una stretta seria sull’evasione fiscale, colpendo finalmente i grandi evasori, che hanno usato lo scudo fiscale, pagando una quota irrisoria allo stato, quasi fosse una mancia. Continuerei eliminando enti inutili, e i molti privilegi di cui gode la nostra classe politica. Mi sono sempre chiesto perché io debba pagare per visite mediche o per l’utilizzo di mezzi di trasporto, mentre un parlamentare non paga il ticket ospedaliero e viaggia in treno gratis. Inoltre mi auguro che sia abolita la possibilità di poter avere due incarichi o più di un lavoro per i parlamentari; non credo sia corretto che un onorevole percepisca uno stipendio dallo stato ed un altro dalla sua attività privata (per non parlare dei vitalizi), come non capisco come sia possibile che ai parlamentari sia concesso il cumulo pensionistico. Ricordo un articolo dell’Espresso d’alcuni anni fa dove lessi che ci sono persone che percepiscono una mensilità superiore all’importo annuale della maggior parte degli anziani, che magari hanno passato tutta la vita lavorando nei campi o in catena di montaggio.
Io credo che in Italia ci siano ampi sazi di manovra per avere rigore, equità e crescita, per citare il Professor Mario Monti. Quello che non capisco e pertanto chiedo a lei, e indirettamente al nostro governo, e’: perché non s’intende colpire subito privilegi e sprechi in questo paese? Non metto in discussione il rigore nei conti, ma sebbene giovane, ho notato come in Italia con la scusa del rigore si e’ sempre fatto cassa sui lavoratori e mai sui privilegiati. Purtroppo sto notando in questi giorni che alla fine saremo sempre noi lavoratori e ovviamente i piu' giovani e meno tutelati a pagare. Mi chiedo se la Dottoressa Fornero sa di che sacrifici sta parlando, mentre si permette di piangere di fronte alle telecamere; forse saro troppo duro, ma mi sembrava una scena alquanto penosa.